Happy Birthday, Uncle Stevie!

Oggi è il settantacinquesimo compleanno di Stephen King, che per me, come si sarà intuito da parecchi miei post, è lo scrittore.
A volte ritornano, proprio la copia che si vede nella foto qui a fianco, è stato il suo primo libro che ho letto (ne ho parlato qui sul blog pochi giorni fa), e trentacinque anni o giù di lì dopo sono più o meno a un quarto del suo ultimo uscito, Fairy Tale, che mi sta piacendo moltissimo, anche se spesso stuzzica ferite che non sono ancora completamente rimarginate.

In mezzo un'ottantina di titoli (e probabilmente almeno duecento tra letture e riletture), il passaggio graduale dall'italiano all'inglese, decine di personaggi indimenticabili, centinaia di incubi indimenticabili, una Torre Nera e tutto quello che le gira intorno,  la scoperta dei Boston Red Sox, le più belle storie che abbia mai letto sulla meraviglia e l'orrore di diventare adulti e un talento unico nel raccontare l'amicizia.

Happy Birthday, Uncle Stevie!

(Nella foto i miei dodici lettori più appassionati avranno riconosciuto un paio di chicche (nei Bachman Books c'è ancora Rage, per esempio), ma la grandissima parte della mia collezione è sparsa tra gli scatoloni di due traslochi, o, per le uscite degli ultimi dieci anni, in ebook.)

GoodreadsRece: Stephen King - Night Shift

I wrote elsewhere about the deep and long-lasting relationship I have with this book: here I'll just say that it's the first King book I ever read, more than thirty years ago; that it turned me into a lifelong fan even before I read a single short story in it (more on that later); that I hadn't read it in more than twenty years, but I still remembered some of the stories almost word for word.
Night Shift is King's first short story collection, and probably his best: stories like Jerusalem's Lot, The Mangler, or Grey Matter terrified me when I was fourteen, and still do now that I'm forty***; others, like The Last Rung on the Ladder or The Woman in the Room (and it's no coincidence both are about losing someone you love and the guilt and regret that comes before and after) didn't say me much when I was a teenager hellbent on being cool and courting girls, but they hit me right in the face now that I'm not new to loss.
But as I mentioned earlier, before any of the stories came King's Foreword: a mini-essay on fear, horror, obsession and catharsis that, and I'm not exaggerating, changed forever my life as a reader. It told me, in the exact right moment in my life, that there was nothing wrong in enjoying horror tales; that the horrors on the page, scary as they might be, can't really hurt us, unlike the real horrors that sooner or later everyone experience in life: more, they can help us cope with them, at the very least as a rehearsal.

I love this book, for what it is and for what it means to me; I can only recommend you go grab it, (it's also aged incredibily well, despite some of the stories in it being more than fifty years old), and prepare for some really, really scary encounters: because there's things in the corners of the world that would drive a man insane to look 'em right in the face.

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Ho scritto altrove della lunga e profonda relazione che ho con questo libro: qui dirò solamente che è il primo libro di King che abbia mai letto, più di trent'anni fa; che mi ha trasformato in un suo fan per la vita prima ancora che leggessi uno dei racconti (spiego meglio più avanti); che non lo leggevo da più di vent'anni, ma ricordavo ancora alcune delle storie quasi parola per parola.
A volte ritornano è la prima raccolta di Stephen King, e probabilmente la migliore: racconti come Jerusalem's Lot, Il compressore, o Materia grigia mi avevano terrorizzato a quattordici anni e ancora lo fanno ora che ne ho quaranta***; altri, come L'ultimo piolo o La donna nella stanza (e non è un caso che entrambi parlino di perdere qualcuno che si ama, e della colpa e del rimpianto prima e dopo) non mi avevano detto molto quando ero un ragazzino per cui le preoccupazioni maggiori erano sembrare fico e trovare una ragazza, ma mi hanno colpito dritto in faccia ora, che non sono nuovo alle perdite.
Ma come accennavo all'inizio, prima dei racconti ho letto la Prefazione di King: un saggio breve sulla paura, l'orrore, l'ossessione e la catarsi che, non sto esagerando, ha cambiato per sempre la mia vita di lettore. Mi ha detto, esattamente nel momento giusto, che non c'è niente di sbagliato nella passione per le storie horror; che gli orrori che si incontrano sulle pagine, per quanto spaventosi, non ci possono fare del male, a differenza dei veri orrori che prima o poi chiunque incontra nella sua vita, e che anzi, ci possono aiutare ad affrontarli, quantomeno come una loro prova generale.

Amo questo libro, per quello che è e per quello che rappresenta per me; posso solo consigliarvi di recuperarlo (è invecchiato incredibilmente bene, nonostante alcuni racconti siano stati pubblicati più di cinquant'anni fa) e di prepararvi ad alcuni incontri davvero, davvero spaventosi: perché ci sono cose, negli angoli bui del mondo, che possono fare impazzire un uomo solo per averle guardate bene in faccia.

Voto, inevitabilmente, 5 su 5
Night Shift su Goodreads