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Visualizzazione dei post da 2018

Film(multi)Rece: First Man e Bohemian Rhapsody

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Nella prima frase parlo di "ultimi due film visti in sala". Visto che scrivo su questo blog con la velocità di un bradipo sotto sedativi, da quando ho iniziato il post ne ho già visto un altro, Macchine mortali . Scriverò due righe anche su quello. Credo. Con la mia consueta prontezza, mi sono reso conto che gli ultimi due film visti in sala ( First Man e Bohemian Rhapsody ) sono entrambi biopic solo più o meno a metà del secondo. Una volta realizzato questo, e una volta uscito dalla sala, mi sono messo a pensarci con un po' più di attenzione, e mi sono reso conto che ci sono parallelismi e differenze interessanti tra i due film, e in come li ho vissuti, quindi ecco qui qualche considerazione sparsa su due pellicole che, diciamolo subito, mi sono piaciute moltissimo. Intanto, da appassionato di astronautica, e del progetto Apollo in particolare, conoscevo già piuttosto bene la storia di Neil Armstrong, mentre sono, nella migliore delle ipotesi, un ascoltatore occasion

GoodreadsRece: Shirley Jackson - The Haunting of Hill House

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I had this book in my "to-read" list since I read about it in Danse Macabre , which means at least twenty years. Now that I read it, I'm not really sure if I consider it a masterpiece like Uncle Steve does, or merely a very, very good book. I fully recognize its importance in the genre and beyond, I was seriously creeped out in a couple of occasions (and it doesn't happen so easily), I loved the writing, the characters development & the subtext... but for some reason, it didn't blow my mind as I expected it would. Perhaps I was just expecting a little too much. // Avevo questo libro nella mia lista di titoli "da leggere" da quando ne lessi in Danse Macabre , il che significa almeno vent'anni. Ora che l'ho letto, non sono sicuro se lo considero un capolavoro, come lo Zio Steve, o semplicemente un libro molto, molto bello. Riconosco in pieno la sua importanza, nel suo genere e non solo, un paio di punti mi hanno fatto ven

GoodreadsRece: J.R.R. Tolkien - Beren and Lúthien

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These are tough lines for me to write, because I idolize Tolkien, and this book just isn’t his equal. The tale of Beren and Lúthien is one of the most moving and most important of Tolkien’s Legendarium, but this book, in its effort to trace the linguistic and narrative evolution of the story, is too fragmented to be a coherent narration, and not thorough enough to be a literary essay. Granted, Tolkien’s prose (somewhat less his poetry) is always a pleasure to read, even in its earliest and less refined stages, but this book doesn’t offer much else. // Per me è difficile scrivere queste righe, perché idolatro Tolkien, e questo libro, molto semplicemente, non è alla sua altezza. La storia di Beren and Lúthien è una delle più commoventi e più importanti dell’intero Legendarium Tolkieniano, ma questo libro, che tenta di ripercorrerne l’evoluzione linguistica e narrativa, risulta troppo frammentato per essere una narrazione coerente, e non abbastanza approfondito per

GoodreadsRece: Hans Rosling - Factfulness

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I am extremely wary of books that offer easy interpretations of the world's complexity, and easy solutions to its problems. This one promises neither, but delivers something much more honest, and probably much more useful: a way of looking at the world based, as much as possible, on facts; and a different way of looking at ourselves and at our biases. The facts tells us that the world is, usually, a much better place than we think, and it keeps getting better; our biases, while deeply rooted in every one of us, can be overcome, or at least recognised and taken into account when we pass judgements. Factfulness is optimistic without being naive, eye-opening without being preachy: one of the best non-fiction books I’ve read in a long time. // Sono molto diffidente verso i libri che offrono facili interpretazioni della complessità del mondo, e facili soluzioni ai suoi problemi. Factfulness non fa promesse del genere, ma fornisce qualcosa di molto più onesto,

GoodreadsRece: Stephen King - Elevation e Laurie

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Nota: doppia mini-recensione per Elevation , romanzo (molto) breve uscito il 30 ottobre e per Laurie , racconto scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale di King dal 17 maggio. Elevation One of the things I hate most when reading fiction is the author shoehorning his political or social views in the tale, even if they are views I share. King, in this short novel ( extremely short, for his standards), comes dangerously close to doing just that, and only his mastery of the craft of writing saves him. That said, Elevation is an uplifting (pun definitely intended) story of change and acceptance, not really horror, but definitely supernatural, with one of the most bittersweet ending I have ever read. (A personal aside: as a very, very amateur runner, I really enjoyed all the Turkey Trot sequence, and if it wasn't for his 71 years and his 1999 accident, I'd bet Uncle Steve is a runner too.) // Una delle cose che odio di più quando leggo fiction, è l'auto

GoodreadsRece: Roberto Burioni - Balle mortali

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Per questo suo terzo libro divulgativo, il prof. Burioni abbandona quasi del tutto l'argomento dei vaccini, a cui è dedicato solo un capitolo, per affrontare più in generale quello delle bufale mediche, delle pseudomedicine, delle presunte cure miracolose, delle supposte panacee. Dalla nuova medicina germanica (non merita le maiuscole) alla "cura" Di Bella; dal siero Bonifacio a Stamina, il prof. illustra con un linguaggio chiaro e accessibile, e smonta con dati, numeri e studi alcune delle più incredibili balle mediche diffuse negli ultimi decenni. Il tono è molto più pacato di quello delle blastate a cui il prof. ci ha abituato sui social, ma a tratti traspare la furia di un medico nei confronti di quei suoi colleghi che abusano del loro ruolo e della fiducia che da esso deriva per ingannare e illudere persone vulnerabili perché spaventate (furia che peraltro condivido in pieno, anche se non sono medico). Libro calorsamente consigliato, con un solo dife

GoodreadsRece: Marco Malvaldi - A bocce ferme

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Lo confesso: non leggo i gialli di Malvaldi per scoprire il colpevole. O perlomeno, non solo per quello. Li leggo per tornare al BarLume e per incontrare di nuovo Ampelio, Aldo, Pilade e il Rimediotti, per gustarmi i loro bisticci e le loro arguzie; per controllare come stanno Tiziana e le sue puppe, e, sebbene con interesse decisamente minore, anche Marchino e i suoi tatuaggi; e, ovviamente, per ritrovare Massimo e Alice, improbabile e verissima coppia di investigatori molto sui generis . Questo non significa che il caso da risolvere, anzi, in questo libro, i casi da risolvere, uno vecchio di cinquant'anni e uno fresco di giornata, non mi coinvolgano, e anzi, forse più che in altre occasioni, la risoluzione collettiva del mistero in questo A bocce ferme è assai soddisfacente. Al solito, la scrittura di Malvaldi è scorrevolissima e complice, con il suo orecchio sopraffino per il parlato e la quarta parete che crolla, o almeno si incrina, spesso e volentieri. In

GoodreadsRece: Philip Reeve - Mortal Engines

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I read this book, which I have to admit I had never heard about, mainly to prep for the upcoming movie, but I was glad to find it an extremely pleasant reading. One of the best opening sentences I have ever read, " It was a dark, blustery afternoon in spring, and the city of London was chasing a small mining town across the dried-out bed of the old North Sea ", threw me right in the middle of a dystopic steampunk future of cities on wheels and treads that hunt and eat each other like predators and preys. With this premise, it’s not surprising that the whole world building is amazing, but there is more to the book: the plot is both an exciting, swashbuckling adventure and a journey of painful and wonderful self-discovery for the main characters, and the writing is crystal clear and essential, with hardly a wasted word. Moreover, even if it's the first book of a series, it's completely self-contained, and it tells a whole story and not just a first act, s

Del perchè leggo (soprattutto) in inglese

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Ho visto di recente un paio di video su YouTube in cui una BookTuber (credo si dica così) spiegava ai suoi seguaci perché legge libri in inglese. Come al solito li stavo tenendo di sottofondo mentre facevo altro, quindi non garantisco di avere colto tutti i dettagli, ma mi sembra che le tre ragioni principali fossero: il prezzo solitamente più basso delle versioni inglesi; il ritardo nella pubblicazione delle traduzioni italiane; le copertine più brutte e in generale la qualità inferiore delle edizioni nostrane, spesso meno curate degli originali. A parte le copertine, che rientrano negli insindacabili gusti personali*, mi sembrano ragioni estremamente valide, in particolare la prima; ma per me, non sono quelle principali. Quindi, perché leggo in inglese? In ordine sparso: Perché posso . Mi rendo conto che può sembrare una spacconata, ma è forse la ragione più importante. La lettura per me è sempre stata, ed è tuttora, un piacere; se leggere in inglese fosse uno stress, molt

GoodreadsRece: Arto Paasilinna - Il figlio del dio del tuono

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La premessa del libro, anche se non inedita per chi conosce Terry Pratchett (cfr. Small Gods ), è molto promettente: gli antichi dèi finnici sono preoccupati per la crisi della religione tradizionale, quasi completamente soppiantata da Cristianesimo e ateismo, e decidono di mandare sulla terra Rutja (il figlio del dio del tuono, appunto) a indagare sulle cause e, se possibile, a invertire la tendenza e a ristabilire i riti ancestrali. Rutja è un improbabile Gesù finnico, atletico e vitalissimo, amante del vino e delle belle donne, che non ha nessuna intenzione di finire crocefisso per i peccati dell'umanità, e le sue peripezie, specialmente nella prima parte del libro, in cui impara a convivere con il suo nuovo corpo mortale, sono molto divertenti (in più di un'occasione mi è tornato alla mente il Thor dei libri di Douglas Adams su Dirk Gently). Quando però le cose per Rutja cominciano ad andare bene, il libro perde un po' di smalto, e diventa piuttosto pr

GoodreadsRece: Don Rosa - The Richest Duck in the World (The Don Rosa Library Vol. 5)

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In this fifth volume of the Don Rosa Library are the final chapters of The Life and Times of Scrooge McDuck , plus two non related stories, the Library being strictly chronological. (One, The Guardians of the Lost Library , is extremely good; the other, From Duckburg To Lillehammer , not so much.) I have always loved the hyper-detailed drawing style of Rosa, and his maniacal attention to historical background, and both are found aplenty in The Life and Times ; but it is much more than that. It's a uniquely adult (not in the sex sense, of course) take on the story of Scrooge McDuck that shows in every page the love of the author for the character, and an epic adventure tale in the vein of the great Hollywood kolossals of the '50s. As I said in my micro-review of the first part it's one of the best comic book sagas I ever read; not just in the Disney universe, ever. // In questo quinto volume della Don Rosa Library ci sono i capitoli finali della Saga

GoodreadsRece: Paolo Di Stefano - La catastròfa: Marcinelle 8 agosto 1956

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La catastròfa di Marcinelle è uno degli incidenti sul lavoro più atroci della storia europea recente. Duecentosessantadue morti, di cui centotrentasei italiani, bruciati o soffocati dal fumo in una miniera di carbone, alcuni a più di un chilometro dalla superficie. Una storia di povertà e accoglienza, di emigrazione e opportunità, di fame e di speranza; e anche una storia di sfruttamento, di cinismo della politica e di sicurezza sul lavoro rudimentale o inesistente. L'autore sceglie di far parlare i familiari e i colleghi delle vittime italiane, e li fa parlare con le loro voci imbastardite da cinquant'anni di Belgio, riportando verbatim i loro francesismi e il loro gergo, e il risultato è incredibilmente vivido, e rende questo libro contemporaneamente rigoroso come una cronaca e appassionante come un romanzo epistolare. Duro, a volte durissimo, ma anche commovente e profondamente umano. Voto: 4 su 5 La catastròfa su Goodreads  

GoodreadsRece: John Scalzi - Head On

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A word of advice: this the second novel set in the Haden universe, and though it is a stand-alone, I highly recommended you read beforehand at least the novella Unlocked , available for free on the publisher's site . That said: as the first Haden novel Lock In , this is half sci-fi, half police procedural, filled with the usual wit and banter of Scalzi's characters, and under the android-and-neural-networks surface, it deals with extremely deep themes such as social integration for disabled people and their right to live full and satisfying lives. I enjoyed it slighly less than Lock In , probably for the somewhat too-technical reveal, but I recommend it nonetheless. (A little aside: as in Lock In , the gender of the protagonist/narrator, is never revealed. In English, with some clever writing trick, the ambiguity is possible: I wonder what the Italian translator chose to do.) Un piccolo consiglio: questo è il secondo romanzo che tratta della sindrome di Haden, e

"Insulti sui social"

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Ho letto giusto stasera su Twitter di Chiara Bordi , miss Etruria 2018 e candidata a Miss Italia. La ragazza, stando ai titoli di giornale, avrebbe ricevuto "insulti sui social" in quanto accusata di essere stata votata per pena, solo perchè amputata di una gamba. Qualche considerazione sparsa. 1) Sarebbe ora di finirla di definire lo sclero di una (UNA) disagiata "insulti sui social".  Le si dà molta, molta più importanza di quello che merita. Detto questo, non riesco nemmeno a immaginare quanto sia merda una persona che offende una ragazza dicendole che viene votata "xkè storpia". Anche perchè: 1a) Dire che una ragazza così viene votata a un concorso di bellezza solo per pietà, vuol dire avere serissimi problemi di vista. Voglio dire: guardatela. La protesi alla gamba non è la prima cosa che ho notato. E nemmeno la seconda. O la quinta. E cercando sull'Interwebs si trovano parecchie foto in cui è ancora più bella. Quindi, di che stiamo parlando

GoodreadsRece: Christina Dalcher - Vox

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Annunciazio', annunciazio'! A partire da oggi (e non so perchè non ci ho pensato prima), pubblicherò anche qui sul blog le pseudo-recensioni che scrivo su Goodreads dei libri che leggo. (Urla di "che culo!" e "sticazzi" si levano dai miei dodici lettori). Per il libri in inglese saranno bilingui, per quelli in italiano no; in entrambi i casi, salvo dove esplicitamente indicato, saranno senza spoiler. I'm conflicted. I love dystopias, not so much overtly political sci-fi, and this book is both. The starting idea, a bigoted, homophobic political regime that literally silence all women, is brilliant and way too familiar (in intentions if not in practice). The execution not so much, expecially in the final third, where the book morphs from political dystopia to half-assed techno-thriller. There's a bit too much preaching and a bit too many far-fetched dialogs; there's a lot of good science (the author is a linguist, and it shows) but als

25 Random Things About Me

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Su ispirazione di un'amica, che ha rimesso mano al suo blog dopo più di un anno di assenza, ho deciso finalmente di buttare giù anch'io questa lista, nata probabilmente da una qualche catena su Facebook anni fa. È, ovviamente, anche una scusa per riprendere a scrivere qui dopo più di tre mesi (gif di Cersei Lannister durante la sua Walk of Shame). Se vi interessa, ecco qui 25 informazioni assolutamente vere e assolutamente inutili su di me. Sono totalmente negato per il disegno, la pittura, la decorazione, la calligrafia. Ovviamente sono tutti talenti che vorrei avere, e invidio ferocemente chiunque li abbia. Adoro vedere film al cinema, e ci vado ogni volta che posso. Auspico, da sempre, l’introduzione nella normativa di punizioni corporali per chi parla o usa il telefono durante le proiezioni. Non so arrotolare la lingua e riesco ad ammiccare solo con l’occhio sinistro. Non so se le due cose sono correlate. Sono stato sfollato per un’alluvione (Valtellina, luglio 1987

I Am a Constant Reader

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Ho la fortuna di poter ascoltare musica durante il lavoro, quindi ne ascolto parecchia, di (quasi) tutti i generi; ma se dovessero chiedermi qual è il mio musicista preferito non avrei dubbi: Bruce Springsteen . Allo stesso modo, leggo molto, leggo di tutto, ma se dovessero chiedermi chi è il mio scrittore preferito non avrei il minimo dubbio: Stephen King . Non ricordo esattamente l'anno del mio primo incontro con lo zio Stephen, ma siamo in zona trentennale*: correva l'anno 1987 o 1988 quando un mio amico**, dopo avermi entusiasticamente parlato di una raccolta horror dall'evocativo titolo A volte ritornano mi ha prestato la sua copia. È stato amore a prima lettura. Alcuni dei racconti di quel libro sono ancora oggi tra i miei preferiti; ma è stata soprattutto la prefazione, con il suo incipit , "Parliamo, voi e io***. Parliamo della paura" , con le sue riflessioni sull'orrore come catarsi, e soprattutto con il suo tono , rassicurante , familiare e insie

FilmRece: Avengers: Infinity Wars

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Edit: dopo aver letto recensioni, visto trailer, scaricato poster mi sono finalmente reso conto che il titolo è Infinity War , senza la s che ho sparso per tutto il mio post. Lo lascio così com'è, a futura memoria: leggi bene, bestia. Qualche considerazione, senza rovinatori (cit.), sul nuovo Avengers , visto ieri all'Arcadia di Melzo*. Se il poster (lì a destra) è affollato, il film lo è ancora di più. Ho letto da qualche parte che ci sono qualcosa come sessantaquattro personaggi principali; non ho verificato se è il numero esatto, ma sicuramente non è lontano dalla realtà. Il che comporta che, con poche eccezioni, il tempo dedicato ad ognuno è molto limitato, e in diversi casi si limita a un paio di battute. Per fortuna, i fratelli Russo, alla loro terza regia nel MCU **, riescono nell'impresa quasi miracolosa di gestire questa pletora di personaggi e le relative sottotrame senza che il tutto diventi un minestrone incomprensibile. È ovviamente un film molto vario ,

Film(multi)Rece: Pacific Rim Uprising e Ready Player One

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Sabato, dopo otto anni, Double Feature* all'Arcadia di Melzo, con un programma sicuramente più omogeneno della prima volta . Qualche considerazione sulle due pellicole, al solito, senza rovinatori (cit.). Pacific Rim Uprising Come i più affezionati tra i miei dodici lettori ricorderanno, il primo Pacific Rim mi era piaciuto parecchio . O meglio, era entrato di prepotenza nella mia top ten cinematografica di tutti i tempi. Questo Uprising si guadagna una sufficienza piena, ma non molto di più. Intendiamoci, il film fa il suo: la trama risulta un'evoluzione credibile del mondo costruito nel primo film e scorre bene, con un paio di colpi di scena riusciti; gli attori funzionano, specialmente John Boyega, che mi piace sempre di più; l'impatto visivo è forse ancora più maestoso dell'originale, con diverse sequenze davvero spettacolari. Però, e mi rendo conto che rischio di suonare un po' assurdo, visto che sto parlando di due film su robottoni che menano mostri, in

Oscar Screeners & Black Panthers

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La stagione degli screener l'anno scorso mi aveva regalato due bellissimi film come Arrival e Hidden Figures ; quest'anno è stata ancora più generosa, con addirittura quattro titoli davvero notevoli come The Post , Darkest Hour , The Shape of Water e, recuperato giusto oggi, Three Billboards Outside Ebbing, Missouri . Insieme a Dunkirk , che avevo visto in sala a suo tempo , mi portano a cinque visioni su otto tra i candidati come Miglior Film agli Oscar di quest'anno, un discreto passo avanti rispetto alle due su nove dell'anno scorso. Probabilmente il mio preferito resta ancora Dunkirk , ma The Shape of Water è una meravigliosa favola, oscura e romantica, che solo Guillermo del Toro avrebbe potuto raccontare, e se dovesse vincere l'Oscar ne sarei comunque felicissimo. Three Billboards e Darkest Hour mi sono piaciuti nel complesso un po' meno*, ma hanno delle prove d'attore strepitose: Frances McDormand e Sam Rockwell interpretano due dei personag

Un vecchio amico va in pensione?

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Per circostanze che non sto a descrivere in dettaglio (grazie Elena!), da poco più di ventiquattro ore mi trovo ad essere il proprietario di un Kobo Aura Hd praticamente nuovo. Visto che sono quasi due mesi che non scrivo nulla qui sul blog, e che nel frattempo i post che ho cominciato e mai finito spaziano dal deprimente al molto deprimente*, ne approfitto per inaugurare il 2018 con un post più leggero, e soprattutto caratterizzato dal mio consueto tempismo: un confronto tra un lettore ebook di quasi cinque anni fa e un lettore ebook di quasi otto anni fa**. Nel 2010 usciva il Sony PRS-650 , che dal giugno del 2011 è il mio fedele compagno di letture, e che posso tranquillamente definire uno degli acquisti tecnologici più azzeccati della mia vita e uno degli oggetti che porterei su un'isola deserta. Questo Kobo , però, rischia di mandarlo finalmente a godersi la meritata pensione: ha uno schermo più grande (6,8 pollici contro 6) e più risoluto (1080x1440 pixel contro 600x800