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Di tatuaggi, cattivo giornalismo e affidabilità delle fonti

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Ieri ha aperto al MUDEC la mostra Tatuaggio, Storie dal Mediterraneo . Oggi stavo ascoltando distrattamente il TG regionale che ne parlava, e nel servizio il giornalista ha citato una statistica secondo cui l'Italia sarebbe il paese più tatuato del mondo, con il 48%* della popolazione adulta che ha almeno un tatuaggio. Il numero mi è sembrato assurdamente alto, anche considerando l'innegabile aumento della diffusione dei tatuaggi negli ultimi anni, quindi mi sono messo a cercare qualche fonte a conferma. Come mi aspettavo, il dato del 48% si trova nella cartella stampa della mostra , che il TG ha evidentemente citato nonostante non ci sia alcuna fonte per la cifra. A questo punto, la mia curiosità, invece di essere soddisfatta, è stata ulteriormente stimolata**, e ho iniziato a fare qualche ricerca più mirata su Gùgol. Innanzitutto ho scoperto che l'ultimo dato affidabile sulla percentuale di persone tatuate in Italia è del 12,8% , e viene da una ricerca dell' ISS con

GoodreadsRece: Joël Dicker - La verità sul caso Harry Quebert

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Ovviamente, come tutti, avevo già sentito parlare di questo libro, quando era uscito ed era diventato il caso letterario du jour , ma all'epoca, un po' per la mia bastiancontraritudine (bastiancontrarietà?), un po' perché ero nel pieno della mia esplorazione di Discworld *, non l'avevo letto. Fast forward agli ultimi giorni del 2023 e alla mia consueta richiesta social di consigli sul primo libro da leggere nell'anno nuovo, a cui addirittura tre miei amici hanno risposto con questo titolo. Con un simile consenso, non potevo esimermi, e quindi, finalmente, ho letto La verità sul caso Harry Quebert . Raramente mi è capitato di essere così incapace di decidere se un romanzo mi è piaciuto o no. O meglio: è uno dei libri più coinvolgenti e incalzanti, (gli anglofoni direbbero unputdownable ) che abbia mai letto, quindi, al livello più elementare e più importante, mi è piaciuto, e pure molto. In più è anche un romanzo sfacciatamente metatestuale, aspetto che trovo sempr

Nuovo (vecchio) layout

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Ebbene sì, dopo otto anni ho cambiato di nuovo il layout grafico del blog, tornando, se non ricordo male, a quello che usavo prima del 2016, anche se con qualche modifica. Non sono ancora sicuro di mantenere questo, e comunque farò quasi sicuramente qualche piccolo aggiustamento. Stay tuned.

Netflix(non esattamente)Rece: For All Mankind

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( Non esattamente perché, come si vede dalla locandina qui di fianco, For All Mankind è una serie di Apple TV+, però ormai ho già usato questa etichetta per altre serie viste sui vari servizi di streaming, quindi va bene così.) Comunque: ho finito giusto qualche giorno fa, con un mesetto di ritardo sull'uscita, di vedere la quarta* stagione di questa serie ucronica che parte dalla premessa che i sovietici, e non gli americani, abbiano vinto la corsa alla Luna nel 1969. Questo, nel mondo della serie, comporta che la competizione nello spazio non si fermi, come (purtroppo) è successo nella realtà, ma che continui, portando, decennio dopo decennio**, a enormi innovazioni tecnologiche e cambiamenti socio-politici. E lo ammetto: nonostante le vicende dei protagonisti che trainano la narrazione, siano (quasi sempre) appassionanti e ben raccontate, il fascino principale della serie, per me, è proprio lo sfondo : questo mondo alternativo che avrebbe potuto essere il nostro se solo la po