Passa ai contenuti principali

Di tatuaggi, cattivo giornalismo e affidabilità delle fonti

Ieri ha aperto al MUDEC la mostra Tatuaggio, Storie dal Mediterraneo. Oggi stavo ascoltando distrattamente il TG regionale che ne parlava, e nel servizio il giornalista ha citato una statistica secondo cui l'Italia sarebbe il paese più tatuato del mondo, con il 48%* della popolazione adulta che ha almeno un tatuaggio. Il numero mi è sembrato assurdamente alto, anche considerando l'innegabile aumento della diffusione dei tatuaggi negli ultimi anni, quindi mi sono messo a cercare qualche fonte a conferma.

Come mi aspettavo, il dato del 48% si trova nella cartella stampa della mostra, che il TG ha evidentemente citato nonostante non ci sia alcuna fonte per la cifra. A questo punto, la mia curiosità, invece di essere soddisfatta, è stata ulteriormente stimolata**, e ho iniziato a fare qualche ricerca più mirata su Gùgol. Innanzitutto ho scoperto che l'ultimo dato affidabile sulla percentuale di persone tatuate in Italia è del 12,8%, e viene da una ricerca dell'ISS conclusa nel 2015 e pubblicata nel 2018; è sicuramente possibile che dopo nove anni il valore sia più alto, ma mi riesce difficile pensare che sia aumentato di più di trentacinque punti percentuali. Però è anche vero che l'ormai famoso 48% si trova citato in numerosi articoli, quasi sempre senza fonti e su testate non sempre affidabilissime (Italia Oggi, Dagospia, ma anche Sky TG24). Un articolo di Vanity Fair del 2019 riporta gli stessi dati, ma fornisce anche un accenno di fonte: la ricerca di un "istituto tedesco" chiamato Dalia.

Con questa informazione e cercando in inglese, si arriva, passando da siti svedesi, e scoprendo che nel frattempo Dalia ha cambiato nome (l'indirizzo daliaresearch.com ora porta al sito di una società di ricerche di mercato che si chiama PureSpectrum), a una tabella che mostra i risultati della ricerca originale, condotta nell'aprile 2018. La tabella mostra che la ricerca si è svolta per telefono, su "9054 Internet users in 18 countries***", e non fa cenno a margini d'errore o metodologie di indagine.

Quindi? Quindi direi che si possono tranquillamente considerare i risultati di Dalia, come minimo, meno affidabili di quelli dell'ISS, specialmente tenendo conto tra le due ricerche sono passati solo tre anni: e se un aumento di trentacinque punti percentuali è improbabile in nove anni, è assolutamente impossibile in tre. Non ho idea di quale sia attualmente il numero di persone tatuate in Italia, ma sono pronto a scommettere che è decisamente più vicino al 13% della popolazione adulta che al 48%. Ma vuoi mettere quanto fa più notizia dire che QUASI METÀ DEGLI ITALIANI HA UN TATUAGGIO?

E sì, ho decisamente troppo tempo libero.

* Al secondo posto ci sarebbe la Svezia con il 47%, al terzo gli USA con il 46%
** Non a caso, uno dei miei tatuaggi (giusto per restare in tema) è una calligrafia shodō della parola
好奇心
*** Ossia una media di 503 persone per nazione

Commenti

Post popolari in questo blog

Riassunto 2024

Eccoci. Il 2024 è praticamente finito, ed è l'ora del consueto post di schegge e frammenti su qualche libro letto quest'anno e per cui non ho scritto nulla di più sostanzioso (ossia, purtroppo, praticamente tutti). Se vi interessa qui trovate il post dell'anno scorso , qui quello del 2022 e qui il primo, del 2021 . Prima di cominciare aggiungo solamente che, per fortuna, in un ribaltamento completo rispetto al suddetto 2021, quest'anno ho scritto poco perché è stato un BUON anno, per diversi motivi. Qui c'è la pagina di Goodreads con i dettagli: nel 2024 ho finito 42 libri (altri ne ho ancora in lettura), per un totale di 13.280 pagine, dato più o meno in linea con gli anni scorsi. Il primo libro finito nel 2024 (ma iniziato nel 2023), Starter Villain di John Scalzi, è stato una mezza delusione. Divertente, a tratti anche molto divertente, (e non gli chiedevo nulla di più), ma mi ha lasciato l'impressione di aver letto un'introduzione, più che un romanzo....

GoodreadsRece: Il Post - Ogni quattro anni (Cose spiegate bene Vol. 10)

Come ho scritto non ricordo più dove, leggo nonfiction principalmente per imparare cose, e in questo caso ne ho imparate poche, da cui il voto (relativamente) basso. Non perché il libro non sia ben fatto o interessante: lo è, come d'altra parte lo sono tutti quelli di questa collana che ho letto finora. Semplicemente, la gran parte degli articoli (capitoli? interventi?) parlano di cose, come il funzionamento del collegio elettorale, l'evoluzione della società in Texas, o l'incredibile vicenda dell'acqua di Flint, che ho già incontrato e approfondito, spesso proprio sulle pagine del Post o in uno dei libri/video/podcast/altri progetti assortiti di Francesco Costa*. Comunque consigliato, specialmente a chi è interessato agli US of A ma non è ossessionato, come lo sono io, dalla loro politica (spesso ho l'impressione di essere più informato su quella americana che su quella italiana, e non sono sicuro che sia una buona cosa), e dalle loro contraddizioni, e che ...

GoodreadsRece: Paolo Cognetti - Le otto montagne

Come faccio sempre quando inizio un libro, l'ho segnalato su Feisbù. Normalmente sono post che passano abbastanza inosservati: quando va bene raccolgo un paio di 👍 e uno o due commenti; stavolta una decina dei miei amici (che sui poco più di cento che ho sono una percentuale tutt'altro che trascurabile) si sono fatti vivi per dirmi quanto gli è piaciuto Le otto montagne (con una parziale ma significativa eccezione, ci torno). Avevano ragione. Erano diversi anni che un romanzo italiano non mi colpiva così tanto, e la cosa è ancora più notevole perché avevo una blanda, incomprensibile e ingiustificata antipatia preventiva per l'autore. Nonostante il titolo, il libro parla di montagna quanto, si parva licet , I promessi sposi parla di matrimonio: la montagna c'è, presenza concretissima, sfondo e motore di tutto ciò che accade al protagonista/narratore Pietro e a chi gli sta attorno (nonché, almeno per me, da sempre muntagnatt nell’animo anche se abito...