Passa ai contenuti principali

Le grandi domande - parte II

Qualche giorno fa, facendo la spesa, mi è capitato sottomano un pacchetto di Kinder Brioss alla ciliegia, una brioche che non vedevo e non mangiavo più o meno dal 1987.

Una domanda mi è sorta spontanea: che diamine di fine hanno fatto le Fiesta gialle? Chi ha più o meno la mia età se lo ricorderà sicuramente: la Fiesta Ferrero, un tempo, non esisteva solo nella versione arancio che si trova ora, ma anche in una gialla, che si intravede nell'immagine qui a lato (che, mi duole sottolinearlo, è la copertina di un 45 giri, che riportava sul lato B l'imperdibile hit Snacckiamoci una Fiesta).
Mi sembra di ricordare - anche se non ci metterei la mano sul fuoco - che fosse al gusto di curaçao, ma sicuramente era buonissima, molto meglio della sorella.

Aggiornamento del 22/5/2007
Dopo una discussione nostalgico-filologica con alcuni amici, siamo arrivati alla conclusione che sono addirittura due le Fiesta scomparse. Quella gialla che era al sapore Tuttifrutti (probabilmente un orrendo miscuglio chimico, che però risultava delizioso al palato), e quella azzurra, che era invece effettivamente al sapore di curaçao.

Commenti

  1. La fiesta gialla aveva i canditi dentro. A me piaceva molto. Quella azzurra invece non l'ho mai vista. Non si finisce mai d'imparare!

    RispondiElimina
  2. Ciao, si la fiesta gialla aveva i canditi ed era con meno liquore (o addirittura senza), mentre la arancione era al gusto curacao. La azzurra non l'ho mai vista, invece mi ricordo una fiesta alle mandorle con scagliette di mandorla sopra, buonissima, la vendevano alla fine degli anni 80.

    RispondiElimina
  3. le fiesta erano negli anni settanta 3, la prima e' la classica fascia arancione,la seconda fascia gialla ed una terza che aveva la fascia rossa non ricordo pero'il sapore a qui si riferiva,vi erano anche le versioni famiglia con 2 o 3 ciliegine sopra e venivano affettate come un semplice dolce,si aggiunse a meta' degli anni 80' la versione alla mandorla.

    RispondiElimina
  4. Esistevano tutte le menzionate: all'inizio c'era la rossa che sparì negli anni Ottanta. Fecero l'azzurra al curacao, me la ricordo perfettamente, ma durò lo spazio di una stagione (probabilmente fu un flop commerciale). La gialla era la mia preferita da bambino perché come dice Manu non aveva liquore. Poi molto dopo venne quella alle mandorle.
    Tiene duro solo l'arancione, ma non capisco, al di là degli esperimenti di sapore, perché non riproporre la gialla, soffice e cremosa.

    P.

    RispondiElimina
  5. ma..io mi ricordo anche una fiesta con la striscetta viola oltre l'azzura, la gialla e l'arancione, a voi risulta?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sì!
      viola al rhum
      arancio al curacao
      gialla tuttifrutti
      azzurra alla mandorla

      Elimina
  6. errata corrige su fiesta ferrero anni 80:

    viola rhum
    arancio curacao
    gialla tuttifrutti
    ocra mandorla
    azzurra non ricordo

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un 2025 inaspettatamente springsteeniano

Se vi sembra di avere già letto il titolo di questo post, avete ragione , ma questo 2025 è (stato) davvero un anno incredibile per noi fan di Springsteen. E le cose che l'hanno reso incredibile sono state, appunto, quasi tutte inaspettate. L' Annus mirabilis è cominciato a maggio, con le date europee del Land of Hope and Dreams Tour *, gli attacchi a Trump , la sua reazione da bullo insicuro , e la pubblicazione di un EP e un video con le canzoni e le introduzioni più politiche e più polemiche di quei concerti ( you don't mess with the Boss ). A giugno ecco la prima sorpresa:  Tracks II: The Lost Albums . Si parlava già da parecchio di un secondo  Tracks , ma ci si aspettava che fosse, come il primo del 1998, una raccolta di canzoni sparse; Springsteen invece ha tirato fuori un cofanetto di sette album inediti , registrati tra il 1983 e il 2018, già finiti e mixati, pronti per essere pubblicati, ma messi da parte perché non sembrava il momento giusto per farli uscire ...

Playa Tropicana, ovvero: nascondere visioni apocalittiche dentro motivetti orecchiabili

Estate millenovecentoottantatre. Ho appena compiuto nove anni, e le radio trasmettono, confuse tra una Every Breath You Take e una Do You Really Want To Hurt Me , tra una I Like Chopin e una Juliet , due canzoni tremendamente orecchiabili di due complessi sconosciuti, un calypso con il testo in italiano, e un pop elettronico con qualche sfumatura disco, con il testo in spagnolo. La prima, Tropicana * del Gruppo Italiano , diventerà uno dei successi dell'estate in Italia; la seconda, Vamos a la Playa dei Righeira , si trasformerà in uno dei più clamorosi tormentoni** degli anni '80 e in una hit in tutta Europa e non solo. Entrambe sembrano delle leggerissime, spensierate, frizzanti canzoncine estive: base musicale accattivante, ambientazione balneare, video colorati... eppure c'è qualcosa che anche alle orecchie del me novenne sembra leggermente fuori posto, come un quadro appeso un po' sghembo: perchè in Tropicana si dice: " l'esplosione e poi dolce dolce...

I corvi festeggiano

E anch'io, anche se non per merito del seller di Amazon da cui ho comprato questo libro, mostruosamente in ritardo nella consegna (ordinato il 26 settembre e non ancora arrivato). Ringrazio pubblicamente l'amico che me l'ha prestato (e gli sono doppiamente grato perchè nemmeno lui l'ha ancora letto) e mi impegno a restituirglielo non appena i bradipi da cui ho ordinato la mia copia me la consegneranno.