L'anno peggiore

Questo è solo il quinto post che scrivo nel 2021, il che lo rende, di gran lunga, l'anno peggiore per questo blog*. E non solo per questo blog: come ho scritto altrove, il 2021 è stato, in mancanza di definizioni migliori, un anno di merda. Per il COVID, ovviamente (anche se per fortuna mi ha solo sfiorato), e per un sacco di altri motivi, con cui non tedierò i miei dodici lettori.
Anche per questo, l'idea di scrivere una recensione per ogni libro letto e di riportarla qui sul blog, si è trasformata nell'ennesimo buon proposito non rispettato. Sui quarantadue libri terminati quest'anno, ho scritto un post compiuto solo su tre e mezzo**, e forse per quattro o cinque altri ho aggiunto un paio di parole al testo standard in cui prometto su Goodreads il prossimo arrivo della recensione, come ad esempio in questo caso, per il meraviglioso My Favorite Thing Is Monsters:

 

E dire che di libri interessanti, in questo 2021, ne ho letti. Dal saggio sulla fine delle icone del design di Chiara Alessi, al racconto della romantica, ingenua e sfortunata avventura di Chris McCandless, finito giusto questa mattina, 10.480 pagine*** di storie, idee, complotti, tori, pistoleri, vigili urbani, serial killer, killer e basta, piante psicotrope, cosmetici, alieni e molto, molto altro, hanno accompagnato questi dodici mesi. Provo a buttare giù un paio di pensieri su alcune di queste pagine qui di seguito.

Ho letto Tender Is the Flesh, satira distopica in cui si racconta di un virus che ha reso tossica la carne di tutti gli animali, tranne quella dell'uomo, che quindi viene allevato e macellato per uso alimentare. Non ho ancora deciso se è uno dei libri più spaventosi che abbia mai letto o un'esagerazione ingenua e semplicistica; comunque non si dimentica.

Ho letto, e non mi ha catturato come pensavo, Uncanny Valley, autobiografia di una giovane donna che racconta il suo passaggio dal rarefatto e quasi confortevole ambiente letterario di New York al mondo iper-competitivo delle startup tecnologiche di San Francisco. È un libro interessante e ben scritto ma, come accennavo, mi ha lasciato abbastanza freddo, principalmente perché non sono riuscito a empatizzare con la protagonista. Capita.

Ho letto Project Hail Mary, che è, come ormai ci si aspetta da Weir, una dichiarazione d'amore per la scienza e per quello che l'uomo può raggiungere grazie ad essa, ma è - anche - la storia della più improbabile delle amicizie, e di come questa possa nascere anche nelle circostanze più improbabili.

Finalmente, dopo quasi dieci anni che ce l'ho, ho letto Into the Arena, saggio autobiografico di uno scrittore inglese sulla corrida e sulla sua, appunto, esperienza nell'arena contro un toro. Come forse era l'intento dell'autore, invece di chiarirmi le idee sulla Fiesta de los Toros, me le ha confuse.

Ho letto, per alimentare la mia nota (e probabilmente patologica) passione per i complotti, Sarà vero e Non ce lo dicono di Errico Bonanno, La Q di complotto, di Wu Ming 1 e, dopo averci provato invano quando avevo sedici o diciassette anni, Il pendolo di Focault di Eco. Tutti, a modo loro, mi hanno insegnato qualcosa, e mi hanno confermato nell'idea che il complottismo, in tutte le sue forme, è una questione estremamente seria, estremamente difficile da affrontare ed estremamente pericolosa.

Ho letto due gialli in cui il protagonista è un vigile urbano riluttante, Ninnananna per gli aguzzini e L'eredità dei Borgia, di Lia Celi e Andrea Santangelo, e mi sono piaciuti molto, per l'ambientazione in un piccolo Comune lungo la Linea Gotica (che per certi versi mi ricorda il paese di montagna in cui ho passato le mie estati da bambino), e per l'umanità dei personaggi.

Ho letto le due versioni di The Gunslinger, quella originale del 1982 e quella revised del 2003, una dopo l'altra, e l'ho trovato imperfetto e a tratti pretenzioso (specialmente nel testo originale); ma l'ho anche trovato un libro potente e ambizioso, che mi ha fatto venire voglia di rileggere tutta la saga della Torre Nera.

Ho letto A proposito di libri, affascinante sguardo dietro le quinte che risponde a molte domande sul libro come oggetto. Come si fa la carta? Cosa fa un editor? Quali sono i caratteri più usati nell'editoria? Quanto tempo passa da quando uno scrittore termina un manoscritto a quando il libro arriva in libreria? Unica lettura cartacea dell'anno, con l'unico difetto di essere (necessariamente) troppo breve: il solo capitolo sui caratteri tipografici avrebbe potuto occupare due o tre libri.

Come accennavo sopra, ho letto molto altro, ma mi fermo qui. Sia perché non dispero di riuscire comunque a buttare giù qualche riga in più su altri titoli che mi hanno colpito, nel 2021 e prima, sia perché non voglio tediare più del dovuto i miei dodici lettori con quest'ultimo post dell'anno.
Non voglio fare propositi per l'anno nuovo, (nemmeno quello minimo, appunto, di rileggere la saga della Torre Nera) anche perché, come si è visto, tendo a non rispettarli. Faccio però una previsione: anche nel 2022, storie, idee, amori, vichinghi, musicisti, assassini, scacchisti, guerre e astronauti mi accompagneranno.
Ci sono compagnie peggiori.

* Nel secondo anno peggiore, il 2013, scrissi dodici post, e già mi sembravano ridicolmente pochi.
** Mezzo perché una delle recensioni era doppia, e uno dei due libri l'ho letto nel 2020.
*** Aggiornamento del 16/12/2022: il numero di pagine lette è salito a 12.712. Immagino che l'anno scorso, quando ho scritto il post, il conteggio fosse ancora parziale.

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