Passa ai contenuti principali

FilmRece: Iron Man

Devo ammetterlo: non sono mai stato un fan del fumetto da cui è tratto questo film. Fino a quando non ho visto per la prima volta il trailer qualche mese fa e non sono andato a cercarmi qualche (piccola) informazione di background, non avevo nemmeno idea di chi fosse Tony Stark. Però mi era capitato da piccolo di scovare in giro per casa qualche numero di Iron Man (probabilmente comprato da mio zio), e mi ero immediatamente innamorato dell'armatura del protagonista, che ritengo il miglior costume in assoluto mai disegnato per un fumetto.
Nonostante questo, non vedevo l'ora di gustarmi questo film (al punto di andarlo a vedere nel giorno dell'uscita, privilegio finora riservato solo a 300 e a pochi altri titoli), e ne sono rimasto parecchio soddisfatto.
Non è il miglior superhero origin movie (titolo che al momento appartiene incontestabilmente a Batman Begins), ma se la gioca per il podio con X-Men e Spider-Man, e non è poco.
Lo pseudo-sconosciuto regista Jon Favreau (ma almeno uno dei dodici lettori di questo blog lo ricorderà come il Dr. Gus Partenza in Deep Impact) sceglie di raccontare la storia del multimiliardario-geniale-donnaiolo-e-superficiale-che-diventa-supereroe-dopo-una-crisi-di-coscienza in bilico tra l'azione e lo humor, e riesce perfettamente nel suo intento, realizzando un film spettacolare, estremamente ben costruito, e godibilissimo anche da chi non ha mai letto una pagina del fumetto.
Intendiamoci: Iron Man è (e non vuole essere più di) un film tratto da un fumetto, quindi chi al cinema cerca profonde rivelazioni sul senso della vita, l'universo e tutto quanto farebbe meglio a scegliere altri titoli; chi invece cerca una bella storia, personaggi interessanti, uno dei migliori character design di sempre (nei fumetti E nel cinema) e la giusta dose di esplosioni, non rimarrà deluso.
Un'avvertenza: non uscite dal cinema prima della fine dei titoli di coda, o vi perdereste Samuel L. Jackson in uno dei migliori camei dai tempi di Sean Connery in Robin Hood principe dei ladri.

PS Ho visto il film in digitale nella sala Energia dell'Arcadia (a mio modesto parere, il miglior cinema d'Italia), ed è stato preceduto da un bellissimo trailer della THX che non avevo mai visto, Amazing Life. Sembra una frase fatta, ma è valsa la pena di andare al cinema quasi (quasi) anche solo per quello.

PS2 So che spesso rivedere i propri miti d'infanzia modernizzati e ripuliti è una delusione enorme, ma dopo aver visto Transformers e questo Iron Man, mi è venuta una gran voglia di vedere un film in live action basato su Goldrake. Qualcuno ci sta già provando, sebbene in scala ridotta, e chissà che, se Speed Racer avrà successo, a qualche casa di produzione non venga in mente di investirci dei soldi...

La pagina IMDb di Iron Man
Iron Man su RT

Commenti

  1. Troppo d'accordo. L'ho visto stasera ed e' meraviglioso. E poi w anche Transformers. All hail Megatron!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

FilmRece: F1 (con una digressione su un nuovo cinema)

Premessa: sono un appassionato di Formula 1 almeno dalla fine degli anni '70, sono stato diverse volte all'Autodromo di Monza durante i fine settimana di gara (ci ho anche corso a piedi più di una volta), e sono un Tifoso Ferrari da che ho memoria: cliccando sull'etichetta F1 qui di fianco ci sono i post sul tema che ho scritto nel corso degli anni. Un paio di giorni fa, su inaspettato suggerimento di un amico, ho visto F1 : non nella mia solita, amata Sala Energia, ma in una delle sale più piccole del cinema del centro commerciale Merlata Bloom .  È stato il primo film visto in sala da ottobre 2024, purtroppo la crisi di frequentazione cinematografica a cui accennavo in questo post non si è ancora conclusa, e forse ne potev(am)o scegliere uno migliore per ricominciare. C'è da dire che, se non altro, F1 è un film che sicuramente beneficia della visione su grande schermo: le scene di gara sono spettacolari e adrenaliniche, ma purtroppo sono anche uno dei pochi aspetti p...

Le grandi domande - parte II

Qualche giorno fa, facendo la spesa, mi è capitato sottomano un pacchetto di Kinder Brioss alla ciliegia , una brioche che non vedevo e non mangiavo più o meno dal 1987. Una domanda mi è sorta spontanea: che diamine di fine hanno fatto le Fiesta gialle? Chi ha più o meno la mia età se lo ricorderà sicuramente: la Fiesta Ferrero , un tempo, non esisteva solo nella versione arancio che si trova ora, ma anche in una gialla, che si intravede nell'immagine qui a lato (che, mi duole sottolinearlo, è la copertina di un 45 giri , che riportava sul lato B l'imperdibile hit Snacckiamoci una Fiesta ). Mi sembra di ricordare - anche se non ci metterei la mano sul fuoco - che fosse al gusto di curaçao , ma sicuramente era buonissima , molto meglio della sorella. Aggiornamento del 22/5/2007 Dopo una discussione nostalgico-filologica con alcuni amici, siamo arrivati alla conclusione che sono addirittura due le Fiesta scomparse. Quella gialla che era al sapore Tuttifrutti (probabilmente un or...

Trailer: Deliver Me From Nowhere

Come accennavo in questo post , tra pochi mesi uscirà, almeno negli US of A, il film Deliver Me From Nowhere , tratto dal libro omonimo che ho letto l'anno scorso e che mi è piaciuto moltissimo. Le premesse per il film erano buone: Jeremy Allen "The Bear" White nel ruolo di Springsteen, la storia del suo disco più bello (per molti*) e più personale (e qui non è questione di opinioni) e la benedizione del Boss, che è stato diverse volte sul set durante le riprese. Oggi è uscito il trailer, che trovate qui sotto, e le premesse, da buone, sono diventate ottime. Non so nemmeno se verrà distribuito in Italia, ma questo non me lo perdo.   * Non sono tra quei molti, perlomeno non sempre (o non ancora). Sicuramente Nebraska è uno dei capolavori di Springsteen, ma gli preferisco Born To Run, anche se con il passare degli anni, la distanza tra i due dischi, già piccola, si sta riducendo.    

GoodreadsRece: Mark Levinson - The Box

I know, I know: it's been nearly four months since I blogged that I would write about this book, but, as I said in that post , it's a good but busy time, so I don't complain and I keep writing (much less than I would like) when I can. Anyway: I came to The Box  via the footnotes in La signora delle merci , by Cesare Alemanni, a very good 101 text (in Italian) on logistics: I was intrigued by the several references in that book to the intermodal container as "revolutionary", and as one of the main driver for globalization. As, I guess, almost anyone, I never really paid any attention to these metal boxes, even if I probably see at least a dozen of them any day, and to be honest, I didn't think there was a book worth of things to say about them. Of course I was wrong. In Levinson's book you will find ruthless businessmen and union fights, ports risen out of nothing and ports virtually closed after centuries of activity, TEUs and some of  the biggest ships e...