Passa ai contenuti principali

BookMultiRece: The World Without Us, The Zombie Survival Guide, The Colour Of Magic

Recensione cumulativa degli ultimi tre libri che ho letto (e che i più attenti tra i miei dodici lettori già avranno visto nella colonna qui a sinistra). The World Without Us cerca di rispondere ad una domanda semplicissima, ma con implicazioni enormi: cosa succederebbe al nostro pianeta se tutti gli esseri umani scomparissero improvvisamente domani? Cosa rimarrebbe delle nostre città e dei nostri monumenti? Davvero la Terra diventerebbe il regno di topi e scarafaggi? Per quanto tempo rimarrebbero segni che una specie intelligente è vissuta sul nostro pianeta? Dato che sono da sempre appassionato di catastrofi, non potevo lasciarmi sfuggire questo libro, che si è rivelato molto diverso da come me l'aspettavo, ma per fortuna affascinate come speravo. Recensioni e articoli spulciati qua e là mi avevano infatti convinto che il libro fosse organizzato cronologicamente: come cambierebbe il mondo dopo 48 ore dalla scomparsa dell'umanità? E dopo una settimana, un anno, un millennio, un milione di anni? Alan Weisman sceglie invece di procedere per temi, o meglio, per flash, esaminando sia quelle (poche) aree del pianeta che per un motivo o per l'altro non hanno subito l'intervento dell'uomo per decenni (la DMZ tra le due Coree) o per secoli (la foresta di Białowieża, tra Polonia e Bielorussia), che i luoghi della Terra modificati più pesantemente, come la gigantesca zona petrolchimica di Houston o il canale di Panama. I primi esempi mostrano la velocità quasi incredibile con cui la natura riesce a riempire le nicchie lasciate libere, mentre i secondi spiegano tra l'altro come molte delle nostre costruzioni - anche quelle apparentemente più solide - siano in effetti destinate a scomparire nel giro di pochi decenni senza una manutenzione continua e maniacale. Il libro si è dimostrato, paradossalmente, meno catastrofista di quanto mi aspettavo, ma ci ho trovato parecchi spunti di riflessione. Molto, molto interessante.

The Zombie Survival Guide, di Max Brooks (figlio dell'imprescindibile Mel), è sicuramente il libro più divertente e più inquietante che abbia letto da almeno un paio d'anni a questa parte. Si tratta di un manuale di sopravvivenza per il privato cittadino in un mondo infestato dagli zombie, che spiega - ad esempio - come barricare la propria casa contro un attacco, quali armi è meglio utilizzare in caso di incontro ravvicinato, qual è il mezzo di trasporto più adatto nel caso si debba fuggire da un assedio (la bicicletta, per la cronaca) o come rilevare possibili attacchi di zombie camuffati nelle notizie dei telegiornali. Il manuale offre anche un'analisi approfondita delle cause della zombificazione e delle caratteristiche e abilità degli zombie e una serie di resoconti sugli attacchi documentati, dal 60.000 a.C. ai giorni nostri. Ciò che rende irresistibile il libro è la mortale serietà con cui Brooks tratta l'argomento: l'assunto di base - gli zombie esistono, e di tanto in tanto attaccano villaggi, paesi e città - non viene abbandonato nemmeno per una riga, neanche quando vengono analizzati i pro e i contro dell'uso di una corazza di piastre come strumento di difesa, e questo fa in modo che l'effetto comico (suvvia, una corazza di piastre?) vada sempre a braccetto con una certa qual sottile inquietudine (e se ci fosse qualcosa di vero?).
Perfettamente centrata la frase di una recensione (del New York Post, se non erro) riportata sulla copertina: "si inizia a leggere il libro per divertimento, ma una volta arrivati a pagina 50 si esce di casa e si va a comprare un machete, giusto per stare tranquilli". Calorosamente consigliato a tutti, in particolare agli amanti di Romero, di Shaun of the Dead e dello humor nerissimo.

Infine The Colour of Magic, cui accennavo un paio di post fa. Come mi aspettavo mi è piaciuto moltissimo, e il parallelo con Douglas Adams è decisamente azzeccato. Pratchett, come ha fatto DNA per la fantascienza, riesce a parodiare tutti gli stereotipi del fantasy e insieme a costruire una storia che sta in piedi anche con le sue sole forze, e anzi, a costruire un mondo intero; ma ancora più importante, scrive un libro maledettamente divertente, con personaggi e dialoghi indimenticabili (i battibecchi tra Rincewind e Death valgono da soli la lettura). Viste le premesse credo proprio che mi toccherà acquistare pian piano tutta la saga (con i conseguenti ampliamenti della casa a cui accennavo), anche se per il momento mi concentrerò sulle storie dei suddetti Rincewind e Death, che dovrebbero essere una decina di volumi in tutto. Mi pare superfluo aggiungere che consiglio caldamente anche questo libro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Un 2025 inaspettatamente springsteeniano

Se vi sembra di avere già letto il titolo di questo post, avete ragione , ma questo 2025 è (stato) davvero un anno incredibile per noi fan di Springsteen. E le cose che l'hanno reso incredibile sono state, appunto, quasi tutte inaspettate. L' Annus mirabilis è cominciato a maggio, con le date europee del Land of Hope and Dreams Tour *, gli attacchi a Trump , la sua reazione da bullo insicuro , e la pubblicazione di un EP e un video con le canzoni e le introduzioni più politiche e più polemiche di quei concerti ( you don't mess with the Boss ). A giugno ecco la prima sorpresa:  Tracks II: The Lost Albums . Si parlava già da parecchio di un secondo  Tracks , ma ci si aspettava che fosse, come il primo del 1998, una raccolta di canzoni sparse; Springsteen invece ha tirato fuori un cofanetto di sette album inediti , registrati tra il 1983 e il 2018, già finiti e mixati, pronti per essere pubblicati, ma messi da parte perché non sembrava il momento giusto per farli uscire ...

Diventa anche tu proprietario di un numero!

Perchè lasciare che sia solo la AACS a possedere un numero a 128 bit? Ora, grazie a questo blog , chiunque può generare uno di questi numeri e impedire a tutto il resto del mondo di utilizzarlo! Ecco il mio: 34 5B 4E 76 52 87 43 CB 86 8B CF 99 89 EF 0A 5E Non osate memorizzarlo, stamparlo, copiarlo su altri siti, cantarlo, recitarlo in pubblico, ricavarne opere teatrali, o le più tremende maledizioni vi colpiranno! Qui , sul blog del solito, inestimabile Attivissimo, un commento su tutta la (tragicomica) vicenda

Le grandi domande - parte II

Qualche giorno fa, facendo la spesa, mi è capitato sottomano un pacchetto di Kinder Brioss alla ciliegia , una brioche che non vedevo e non mangiavo più o meno dal 1987. Una domanda mi è sorta spontanea: che diamine di fine hanno fatto le Fiesta gialle? Chi ha più o meno la mia età se lo ricorderà sicuramente: la Fiesta Ferrero , un tempo, non esisteva solo nella versione arancio che si trova ora, ma anche in una gialla, che si intravede nell'immagine qui a lato (che, mi duole sottolinearlo, è la copertina di un 45 giri , che riportava sul lato B l'imperdibile hit Snacckiamoci una Fiesta ). Mi sembra di ricordare - anche se non ci metterei la mano sul fuoco - che fosse al gusto di curaçao , ma sicuramente era buonissima , molto meglio della sorella. Aggiornamento del 22/5/2007 Dopo una discussione nostalgico-filologica con alcuni amici, siamo arrivati alla conclusione che sono addirittura due le Fiesta scomparse. Quella gialla che era al sapore Tuttifrutti (probabilmente un or...

FilmRece: F1 (con una digressione su un nuovo cinema)

Premessa: sono un appassionato di Formula 1 almeno dalla fine degli anni '70, sono stato diverse volte all'Autodromo di Monza durante i fine settimana di gara (ci ho anche corso a piedi più di una volta), e sono un Tifoso Ferrari da che ho memoria: cliccando sull'etichetta F1 qui di fianco ci sono i post sul tema che ho scritto nel corso degli anni. Un paio di giorni fa, su inaspettato suggerimento di un amico, ho visto F1 : non nella mia solita, amata Sala Energia, ma in una delle sale più piccole del cinema del centro commerciale Merlata Bloom .  È stato il primo film visto in sala da ottobre 2024, purtroppo la crisi di frequentazione cinematografica a cui accennavo in questo post non si è ancora conclusa, e forse ne potev(am)o scegliere uno migliore per ricominciare. C'è da dire che, se non altro, F1 è un film che sicuramente beneficia della visione su grande schermo: le scene di gara sono spettacolari e adrenaliniche, ma purtroppo sono anche uno dei pochi aspetti p...