Passa ai contenuti principali

BookRece: Ready Player One

Black Tiger. WarGames. 2112. DeLorean. Voltron. Se siete nati intorno alla metà degli anni Settanta, e se avete anche solo il minimo sindacale di anima geek che do per scontata nei miei dodici lettori, ci sono buone probabilità che tutti e cinque quei titoli vi abbiano suscitato almeno un briciolo di nostalgia.
Se è così sono pronto a scommettere che troverete questo Ready Player One un nerdgasm paragonabile solo all'annuncio di una seconda serie di Firefly.
Il libro racconta di una caccia al tesoro all'interno di OASIS, un gigantesco MMORPG/universo virtuale/social network, il cui premio finale è la proprietà e il controllo dello stesso OASIS. Gli enigmi da risolvere e le prove da superare per arrivare all'Easter Egg, il traguardo finale, sono ispirati alla cultura pop degli anni '80, passione e ossessione dell'organizzatore della caccia al tesoro, il fondatore, proprietario e principale programmatore di OASIS.
Il lettore accompagna il protagonista (meglio, il suo avatar) Parzival attraverso decine di mondi alla ricerca dell'Easter Egg: si passa da un modulo di Dungeons & Dragons alla partita perfetta a Pac-Man, da una versione molto personale di Monty Python and the Holy Grail a un combattimento tra Mechagodzilla e Leopardon, da un test di Voight-Kampff* a una canzone dei Rush
I riferimenti a libri, film, musica e, soprattutto, videogiochi degli anni '80 sono veramente troppi per essere menzionati tutti: i titoli ricordati spaziano dal celeberrimo (Blade Runner), al famoso-ma-solo-per-gli-appassionati (Joust), all'oscuro-per-tutti-tranne-per-i-super-geek (Dungeons of Daggorath), e indubbiamente la caccia alla citazione è parte del fascino del libro, che ha però anche ben altri pregi.
Ready Player One è innanzitutto un'avventura appassionante, non particolarmente originale nel suo svolgimento, ma molto ben raccontata e molto coinvolgente. Il protagonista è il ritratto perfetto, assai convincente anche se portato alle estreme conseguenze, del nerd che riscatta la sua grama vita reale con una esistenza online ben più soddisfacente. Ma la trovata che rende Ready Player One sensazionale è OASIS, che, ne sono certo, è già diventato il sogno bagnato di tutti i geek che hanno letto il libro: un universo online con migliaia di mondi da esplorare, il gioco di ruolo definitivo in cui si combinano l'estetica fantasy e quella cyberpunk e quindi si può essere un mago-guerriero che lancia incantesimi, brandisce cannoni laser e viaggia su una DeLorean modificata per i viaggi interstellari; insomma, il figlio sotto steroidi di Facebook, Second Life, World of Warcraft e Doom, un universo virtuale per cui non si vede l'ora di avere la tecnologia adatta.
Non è sicuramente un libro per tutti: mi riesce molto difficile immaginare una persona senza un minimo interesse per i videogiochi, i giochi di ruolo, la fantascienza o in generale gli anni '80 che possa apprezzare Ready Player One; ma per il suo pubblico d'elezione, i geek fra i 30 e i 40 anni (di cui faccio orgogliosamente parte anch'io), è imperdibile e indimenticabile.

*Se non sapete che cos'è non siete ancora degni del Nerdhalla.

Commenti

Post popolari in questo blog

FilmRece: F1 (con una digressione su un nuovo cinema)

Premessa: sono un appassionato di Formula 1 almeno dalla fine degli anni '70, sono stato diverse volte all'Autodromo di Monza durante i fine settimana di gara (ci ho anche corso a piedi più di una volta), e sono un Tifoso Ferrari da che ho memoria: cliccando sull'etichetta F1 qui di fianco ci sono i post sul tema che ho scritto nel corso degli anni. Un paio di giorni fa, su inaspettato suggerimento di un amico, ho visto F1 : non nella mia solita, amata Sala Energia, ma in una delle sale più piccole del cinema del centro commerciale Merlata Bloom .  È stato il primo film visto in sala da ottobre 2024, purtroppo la crisi di frequentazione cinematografica a cui accennavo in questo post non si è ancora conclusa, e forse ne potev(am)o scegliere uno migliore per ricominciare. C'è da dire che, se non altro, F1 è un film che sicuramente beneficia della visione su grande schermo: le scene di gara sono spettacolari e adrenaliniche, ma purtroppo sono anche uno dei pochi aspetti p...

GoodreadsRece: Kazuo Ishiguro - Never Let Me Go

I completely subscribe to the idiom " Dont judge a book by its cover ": over the years I often read wonderful books with horrible covers , less often horrible books with wonderful covers , and everything in beetween. Sometimes, though, a particularly good cover made me discover a book I wouldn't otherwise have considered, as happened in this case. I'm not really sure why, but this cover for Never Let Me Go struck a chord with me, and even if I had barely heard about the author Kazuo Ishiguro, and not at all about the book, I read it. And I loved it. I don't want to spoil anything about the plot, moreso because the whole book is written as a slow, gradual unveiling of the story of the protagonist/narrator, the people around her, and the (apparently) normal world in which they live, and part of its allure is exactly following Kathy's pace in remembering her life, with all her infinite and (apparently) meaningless digressions. I'll just repeat here what I wr...

Trailer: Deliver Me From Nowhere

Come accennavo in questo post , tra pochi mesi uscirà, almeno negli US of A, il film Deliver Me From Nowhere , tratto dal libro omonimo che ho letto l'anno scorso e che mi è piaciuto moltissimo. Le premesse per il film erano buone: Jeremy Allen "The Bear" White nel ruolo di Springsteen, la storia del suo disco più bello (per molti*) e più personale (e qui non è questione di opinioni) e la benedizione del Boss, che è stato diverse volte sul set durante le riprese. Oggi è uscito il trailer, che trovate qui sotto, e le premesse, da buone, sono diventate ottime. Non so nemmeno se verrà distribuito in Italia, ma questo non me lo perdo.   * Non sono tra quei molti, perlomeno non sempre (o non ancora). Sicuramente Nebraska è uno dei capolavori di Springsteen, ma gli preferisco Born To Run, anche se con il passare degli anni, la distanza tra i due dischi, già piccola, si sta riducendo.    

GoodreadsRece: Mark Levinson - The Box

I know, I know: it's been nearly four months since I blogged that I would write about this book, but, as I said in that post , it's a good but busy time, so I don't complain and I keep writing (much less than I would like) when I can. Anyway: I came to The Box  via the footnotes in La signora delle merci , by Cesare Alemanni, a very good 101 text (in Italian) on logistics: I was intrigued by the several references in that book to the intermodal container as "revolutionary", and as one of the main driver for globalization. As, I guess, almost anyone, I never really paid any attention to these metal boxes, even if I probably see at least a dozen of them any day, and to be honest, I didn't think there was a book worth of things to say about them. Of course I was wrong. In Levinson's book you will find ruthless businessmen and union fights, ports risen out of nothing and ports virtually closed after centuries of activity, TEUs and some of  the biggest ships e...