Passa ai contenuti principali

Dall'audiocassetta a YouTube, ovvero: cronistoria musicale di uno nato negli anni '70

Lo so, l'ultimo aggiornamento di questo blog risale a più di tre mesi fa, mi sto vergognando come un ladro. A mia parziale discolpa ho già un altro blog quasi pronto (sul rapporto tra l'antica arte della rilettura e gli ebook) e non dispero, prima o poi, di riuscire a finire anche quello sul complottismo. Abbiate fede. O anche no, vedete voi.

Noi che siamo nati intorno alla metà degli anni '70, ci siamo trovati, per la musica come per tante altre cose, esattamente a cavalcioni della rivoluzione digitale. Da bambini abbiamo ascoltato dischi in vinile e cassette sugli impianti stereo dei nostri genitori, in quei meravigliosi* mangiadischi arancione o con i primi Walkman. Da adolescenti, negli anni Novanta, quando la musica era per molti di noi qualcosa di molto serio, abbiamo scoperto i Cd e poi gli Mp3, e Napster/AudioGalaxy/eMule. Abbiamo passato gli anni Duemila a comprare sempre meno Cd e a scaricare sempre più musica da Internet, aiutati anche dalla diffusione dell'Adsl. Adesso abbiamo più o meno quarant'anni, la musica non è più quella questione di vita o di morte che era quando ne avevamo sedici, ma per tanti di noi è ancora un grande amore; non compriamo quasi più Cd, ma abbiamo YouTube, Spotify e letteralmente tutta la musica del mondo, a disposizione 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, direttamente sul nostro Pc o sul nostro smartphone. È stato un cambiamento epocale, e forse la cosa che ne fa meglio capire la profondità e la velocità è che abbiamo visto il lettore Mp3 passare dal non esistere ancora al non esistere più, nell'arco di poco più di un decennio**.

Ed ecco la grande domanda™: si stava meglio quando si stava peggio? O, riformulando: questa sconfinata disponibilità ci fa ascoltare musica migliore o solo più musica? Questa facilità di accesso crea bulimia musicale? Mastichiamo tutto ma non assimiliamo più niente per davvero?
Rispondo subito con la mia consueta decisione e risolutezza: non lo so.
Certamente la smaterializzazione del supporto ha cancellato alcuni rituali legati all'ascolto e alla condivisione della musica. Non esiste più l'attesa per l'amico che portava il disco recuperato in qualche mercatino o magari direttamente dal gruppo e lo faceva ascoltare a tutta la compagnia. Non esiste più la compilation su cassetta da regalare alla ragazza interessante, per farle capire che quella era la nostra musica, e che se l'interesse era reciproco avrebbe dovuto conviverci.
Sicuramente l'accesso e la fruizione alla musica non sono mai stati così semplici o così economici, ma forse proprio per questo, a volte si ha l'impressione che la musica conti meno. Da studente mi è capitato spesso di digiunare e investire i soldi per il pranzo in dischi, e quasi tutti quei dischi li ascolto ancora con passione, quasi vent'anni dopo; mi riesce difficile pensare che tra due decenni ascolterò con altrettanta passione più del cinque per cento delle decine, forse centinaia di gruppi e cantanti scoperti con YouTube, GrooveShark, Bittorrent e simili. Forse perchè niente potrà mai valere quanto la musica con cui si è cresciuti***, ma forse anche perchè avere a disposizione tutta la musica del mondo, gratis, velocemente, senza fatica e, soprattutto, senza attesa, le toglie un po' di sapore.

* D'accordo, la qualità audio era quantomeno discutibile.
** Il primo lettore Mp3 è stato distribuito nel 1998; l'ultimo aggiornamento dell'iPod è del 2012.
*** Nel mio caso, per chi è interessato, essenzialmente Bruce Springsteen e (quasi) tutto l'heavy metal.

Commenti

Post popolari in questo blog

Di tatuaggi, cattivo giornalismo e affidabilità delle fonti

Ieri ha aperto al MUDEC la mostra Tatuaggio, Storie dal Mediterraneo . Oggi stavo ascoltando distrattamente il TG regionale che ne parlava, e nel servizio il giornalista ha citato una statistica secondo cui l'Italia sarebbe il paese più tatuato del mondo, con il 48%* della popolazione adulta che ha almeno un tatuaggio. Il numero mi è sembrato assurdamente alto, anche considerando l'innegabile aumento della diffusione dei tatuaggi negli ultimi anni, quindi mi sono messo a cercare qualche fonte a conferma. Come mi aspettavo, il dato del 48% si trova nella cartella stampa della mostra , che il TG ha evidentemente citato nonostante non ci sia alcuna fonte per la cifra. A questo punto, la mia curiosità, invece di essere soddisfatta, è stata ulteriormente stimolata**, e ho iniziato a fare qualche ricerca più mirata su Gùgol. Innanzitutto ho scoperto che l'ultimo dato affidabile sulla percentuale di persone tatuate in Italia è del 12,8% , e viene da una ricerca dell' ISS con...

Riassunto 2024

Eccoci. Il 2024 è praticamente finito, ed è l'ora del consueto post di schegge e frammenti su qualche libro letto quest'anno e per cui non ho scritto nulla di più sostanzioso (ossia, purtroppo, praticamente tutti). Se vi interessa qui trovate il post dell'anno scorso , qui quello del 2022 e qui il primo, del 2021 . Prima di cominciare aggiungo solamente che, per fortuna, in un ribaltamento completo rispetto al suddetto 2021, quest'anno ho scritto poco perché è stato un BUON anno, per diversi motivi. Qui c'è la pagina di Goodreads con i dettagli: nel 2024 ho finito 42 libri (altri ne ho ancora in lettura), per un totale di 13.280 pagine, dato più o meno in linea con gli anni scorsi. Il primo libro finito nel 2024 (ma iniziato nel 2023), Starter Villain di John Scalzi, è stato una mezza delusione. Divertente, a tratti anche molto divertente, (e non gli chiedevo nulla di più), ma mi ha lasciato l'impressione di aver letto un'introduzione, più che un romanzo....

GoodreadsRece: Il Post - Ogni quattro anni (Cose spiegate bene Vol. 10)

Come ho scritto non ricordo più dove, leggo nonfiction principalmente per imparare cose, e in questo caso ne ho imparate poche, da cui il voto (relativamente) basso. Non perché il libro non sia ben fatto o interessante: lo è, come d'altra parte lo sono tutti quelli di questa collana che ho letto finora. Semplicemente, la gran parte degli articoli (capitoli? interventi?) parlano di cose, come il funzionamento del collegio elettorale, l'evoluzione della società in Texas, o l'incredibile vicenda dell'acqua di Flint, che ho già incontrato e approfondito, spesso proprio sulle pagine del Post o in uno dei libri/video/podcast/altri progetti assortiti di Francesco Costa*. Comunque consigliato, specialmente a chi è interessato agli US of A ma non è ossessionato, come lo sono io, dalla loro politica (spesso ho l'impressione di essere più informato su quella americana che su quella italiana, e non sono sicuro che sia una buona cosa), e dalle loro contraddizioni, e che ...

GoodreadsRece: Paolo Cognetti - Le otto montagne

Come faccio sempre quando inizio un libro, l'ho segnalato su Feisbù. Normalmente sono post che passano abbastanza inosservati: quando va bene raccolgo un paio di 👍 e uno o due commenti; stavolta una decina dei miei amici (che sui poco più di cento che ho sono una percentuale tutt'altro che trascurabile) si sono fatti vivi per dirmi quanto gli è piaciuto Le otto montagne (con una parziale ma significativa eccezione, ci torno). Avevano ragione. Erano diversi anni che un romanzo italiano non mi colpiva così tanto, e la cosa è ancora più notevole perché avevo una blanda, incomprensibile e ingiustificata antipatia preventiva per l'autore. Nonostante il titolo, il libro parla di montagna quanto, si parva licet , I promessi sposi parla di matrimonio: la montagna c'è, presenza concretissima, sfondo e motore di tutto ciò che accade al protagonista/narratore Pietro e a chi gli sta attorno (nonché, almeno per me, da sempre muntagnatt nell’animo anche se abito...