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FilmRece: Spider-Man: Homecoming (con un breve accenno a Logan)

Stavo per scrivere il mio solito disclaimer, quando mi sono reso conto che Spider-Man è la (parziale) eccezione che conferma la regola. Intendiamoci, non sono un grande fan nemmeno di questo fumetto, ma come quasi tutti i miei coetanei sono cresciuto con i cartoni animati dell'Uomo Ragno e le sue mitiche sigle; in più, qualche numero disegnato da Todd McFarlane, ai tempi dell'università l'ho letto e apprezzato parecchio, grazie a un paio di amici, loro sì fissati con Spidey. Mi sono piaciuti i film di Sam Raimi (molto il primo, moltissimo il secondo, un po' meno il terzo); il primo dei due reboot non mi ha detto molto e il secondo non l'ho nemmeno visto. Insomma, questo per dire che qualche trascorso con l'Arrampicamuri ce l'avevo, e quindi le mie aspettative erano piuttosto elevate.
Raggiunte e superate alla grande da un film che mi è piaciuto moltissimo, sicuramente il migliore mai realizzato sull'amichevole Spider-Man di quartiere, e uno dei migliori film del MCU. Perchè, ovviamente, questo è il film che riporta a pieno titolo Spidey nell'universo Marvel, e ce lo riporta in maniera perfetta, con una storia che riprende e amplia quanto visto in Captain America: Civil War, lascia amplissime possibilità di sviluppo futuro del personaggio e, soprattutto, è interessante, divertente e coinvolgente in sè. Il tutto senza nessuna forzatura al servizio esclusivo del franchise (sì, DC, sto guardando proprio te).
Ci sono molte ragioni per cui il film mi è piaciuto così tanto, e una delle principali è che, finalmente e per la prima volta, l'attore che interpreta Peter Parker (Tom Holland, ottimo) è un adolescente credibile*, e vista la storia raccontata nel film questo è fondamentale: un attore dall'aria più matura sarebbe sembrato tremendamente fuori posto. Ci tornerò tra poco.
Un'altra ragione è lo strepitoso Avvoltoio di Michael Keaton, insieme al Loki di Tom Hiddleston, anche se per ragioni molto diverse, il miglior antagonista del MCU: un personaggio ben scritto e benissimo interpretato, con cui non è poi così difficile identificarsi e quindi ancora più angosciante.
E poi c'è la leggerezza a cui ci hanno abituato i film Marvel, che sembra fatta apposta per i dialoghi e le situazioni adolescenziali e über-nerd di questo film, probabilmente il più divertente realizzato finora dalla Casa delle Idee.
C'è un 3D, che (almeno nella sala Energia dell'Arcadia di Melzo) funziona alla grande, con almeno una scena da ginocchia molli anche per chi, come me, non soffre di vertigini.
E c'è, soprattutto, come per Logan, un film che funzionerebbe benissimo anche se il protagonista non fosse un supereroe, perchè sotto gli espedienti della trama, i virtuosismi della cinepresa, le ragnatele (o gli artigli di adamantio), racconta di temi universali. E così, se Logan è la storia di un vecchio disilluso che trova, quando non la cercava più, un'occasione di espiazione e di redenzione, questo Spider-Man racconta, prima di tutto, di un ragazzo che vuole dimostrare di essere cresciuto e di essere pronto a prendersi le sue responsabilità, delle inevitabili cadute mentre si cerca la propria strada e di come ci si può rialzare, di lealtà e di segreti.
Niente male per un film su un tizio in calzamaglia rossa e blu.

Spider-Man: Homecoming su IMDB:  8.1
Spider-Man: Homecoming su Rotten Tomatoes: 93%

* Anche se quando il film è stato girato aveva già compiuto vent'anni.

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