Per fortuna, il periodo positivo a cui accennavo nel mio ultimo post (di dicembre, che vergogna) sta proseguendo; questo però vuol dire che sto proseguendo anche a scrivere poco o nulla, qui e altrove. Rimediamo con queste righe, giusto per ribadire che sono ancora vivo, che ho ancora voglia di scrivere qui sul blog (e spero anche di avere qualcosa di interesssante da scrivere), e che, come sempre, spero di farlo più spesso.
Periodo positivo che, come ho scritto altrove, riguarda la sfera privata: da inizio 2024 mi sono successe parecchie belle cose, con cui non tedierò i miei dodici lettori; per quanto riguarda il resto del mondo, sto cominciando a credere nella teoria secondo cui tutto quanto sta andando a meretrici da quando è morto David Bowie*. Tendenza che, ovviamente, non ha fatto che peggiorare da quando gli US of A hanno eletto (di nuovo!) alla presidenza quello che considero in assoluto l'essere umano MENO adatto a ricoprire quel ruolo.
C'è anche altro di cui scrivere, grazie agli dei, e appena riuscirò a trovare il tempo per mettermici, pubblicherò le recensioni di due libri che ho letto da poco, che più diversi non si potrebbe, e che mi sono piaciuti moltissimo: Never Let Me Go, di Kazuo Ishiguro, che in tre parole potrei descrivere come una dolcissima, angosciante distopia; e The Box, di Marc Levinson, una storia del container (l'ho detto che sono molto diversi, no?). Non aggiungo altro, e rimando ai futuri post. Tutto qui. A presto, spero.
* Secondo un'altra versione della teoria, da quando è morto il gorilla Harambe. Comunque, Harambe o Bowie, mi sembra indubitabile che dal 2016 in poi il mondo è lentamente ma inesorabilmente impazzito.
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