Però una moto la possiedo, una Yamaha Virago 250 del 1992 (millenovecentonovantadue) che ha fatto, ad oggi, meno di 3400 (tremilaquattrocento) chilometri, e ogni tanto mi piace farci qualche giretto insieme a mia moglie.
Per questa volta abbiamo deciso di fare un po' di più di un giretto, e siamo andati fino a Livigno prima - passando per Tirano-Poschiavo - e al passo dello Stelvio poi. E la buona vecchia Charlotte (prounciato Sciàrlot all'inglese, e non Sciarlòt alla francese - i fan degli Iron Maiden sapranno perchè) è riuscita a portarci fin lassù e ritorno.
D'accordo: le nostre chiappe hanno pagato un prezzo piuttosto alto; il trasferimento Milano-Tirano è stato lungo, scomodo e a tratti poco piacevole, e al ritorno a casa la moto dava un curioso odore di pollo bruciato.
Ma la strada che porta da Bormio allo Stelvio e quella che da Livigno scende a Tirano passando per la Valposchiavo sono un angolo di paradiso in terra, e i saluti scambiati con i motociclisti incrociati per strada ci hanno fatto sentire per un po' parte di una casta, anche se, come ho detto all'inizio, non è così.
Nota: a parte gli scooter (che non contano, e non vengono nemmeno salutati quando li si incrocia) e una leggenda che stava salendo allo Stelvio su un Vespino che avrà avuto almeno 25 anni, la nostra moto era di gran lunga la meno potente e la più vecchia che abbiamo visto per strada... way to go, Charlotte!
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