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FilmRece: Stardust

Venendo meno ad un mio autoimposto principio, stavolta non ho letto il libro da cui è stato tratto questo Stardust (ma provvederò al più presto, Neil Gaiman è uno dei miei scrittori preferiti), e quindi non ho elementi per valutare se si tratta di una buona riduzione.
L'ho però trovato un buon, anzi, un ottimo film.
La storia è quanto di più Gaiman-iano si potrebbe immaginare: il muro che divide il tranquillo villaggio di campagna dal regno delle streghe e della magia, la stella caduta dal cielo, il garzone di bottega che si trova a vivere le più incredibili avventure, i sette fratelli principi in lotta tra loro per la successione al re morente... ed è raccontata in modo efficace, con robuste iniezioni di humor che sospetto abbiano origine proprio dalle pagine del buon Neil.
Attori e attrici spaziano dal buono (il protagonista Charile Cox), all'ottimo (Michelle Pfeiffer, splendida anche a 50 anni), all'indimenticabile (Robert De Niro che balla il Can-can vale da solo il film) e in particolare mi è piaciuta moltissimo Claire Danes nel ruolo della stella caduta, a cui riesce a dare il giusto mix di fierezza e spaesamento.
Ma al di là dei dettagli tecnici e narrativi, quello che mi ha veramente conquistato di questo film è l'assoluta mancanza di freni e di limiti alla fantasia, nel suo senso più alto: la capacità di creare mondi e di popolarli con la sola forza dell'immaginazione. La stessa premessa del film è quasi troppo assurda per essere presa in considerazione (una stella caduta che prende forma di fanciulla e si mette a girovagare per il mondo, suvvia...), ma Gaiman prima e il film poi la rendono non solo credibile, ma appassionante ed emozionante, perfetto materiale da fiaba e da leggenda.
Ovviamente, come tutte le fiabe che si rispettino, il lieto fine è inevitabile, ma proprio come per le fiabe, è la naturale conclusione della storia e non ha niente di forzato o di sciropposo come troppo spesso si vede.
In conclusione: bello, bello, bello. L'unica nota di tristezza è che dopo averlo visto mi è venuto da pensare, non per la prima volta, che un film del genere non si sarebbe mai potuto girare in Italia, dove fantasia sembra una parolaccia, e si preferiscono i caos calmi.

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