Passa ai contenuti principali

Un anno (e un po') di libri elettronici

[Nota: avevo iniziato a scrivere questo post un paio di mesi fa, ma poi era finito del dimenticatoio a prendere polvere. Visto che le considerazioni che facevo non sono cambiate, lo integro e lo pubblico ora.]

Da qualche giorno ho finito il primo libro cartaceo dopo più di un anno di ebook, e l'occasione mi sembra propizia per fare un bilancio un po' più approfondito, rispetto al mio primo post sul tema, della mia esperienza con il libro elettronico. Comincio subito col dire che i (pochi) dubbi che avevo espresso allora sono svaniti: il fatto stesso che per più di un anno non abbia preso in mano un libro in carta e ossa è parecchio indicativo.
Credo tuttavia che ancora per parecchi anni inchiostro elettronico e inchiostro tradizionale convivranno tranquillamente. Per la più semplice delle ragioni, che è poi anche quella per cui sono tornato a prendere in mano un libro old style: non tutto è ancora disponibile in formato digitale. Ad esempio, per limitarsi ai libri sulle missioni lunari, non esistono versioni elettroniche, ufficiali o meno, di Carrying the Fire (bellissima autobiografia di Michael Collins, astronauta di Apollo 11 - il "primo libro cartaceo" di cui parlo all'inizio di questo post), nè di Apollo 13 di Jim Lovell, nè del fondamentale A Man on the Moon di Andrew Chaikin.
Ho scritto "ufficiali o meno" perchè moltissimi titoli di cui non esiste un'edizione digitale realizzata direttamente dalla casa editrice sono comunque disponibili in versioni amatoriali. La qualità di queste ultime è molto variabile: alcune sono a malapena leggibili, con errori nel testo e nessuna formattazione*; altre non hanno nulla da invidiare alle uscite autorizzate, quando non sono addirittura migliori. I libri di Harry Potter, ad esempio, sono stati pubblicati in ebook solo a marzo di quest'anno, ma già da tempo circolavano bellissime versioni realizzate dai fan.
Un altro limite dei lettori ebook, almeno di quelli con tecnologia e-ink (ossia, per quanto mi riguarda, gli unici veri lettori ebook), è che i formati epub e mobi, basati su Html, non sono granchè adatti alla riproduzione di testi con immagini, grafici o tabelle, o anche solo con note a piè di pagina o colonne; come conseguenza molti titoli, in particolare di saggistica, sono difficilmente riproducibili in digitale**.
Detto questo, e cercando di non ripetere quanto dicevo l'anno scorso (bit = velocità, leggerezza, praticità etc. etc.), i benefici della digitalizzazione libresca sono stati e sono - almeno per me - enormi. Non considero nemmeno l'immane quantità di denaro che ho risparmiato da quando ho comprato il mio PRS-650, anche perchè una quota di questo risparmio deriva, come accennavo prima, dall'essermi procurato versioni non ufficiali di titoli non altrimenti disponibili in ebook***.
Un vantaggio che non avevo considerato è la facilità con cui ora posso indulgere in una delle mie passioni di lettore: saltare di libro in libro. Da un anno a questa parte ho in lettura almeno due libri contemporaneamente, di solito un romanzo e un saggio, e passo con disinvoltura da uno all'altro a seconda del tempo a disposizione, della concentrazione o semplicemente dell'umore. Tenendo conto che gli ultimi due libri che ho letto in parallelo sono stati I Miserabili (milleduecento e passa pagine) e il primo volume di The Civil War: A Narrative di Shelby Foote (poco meno di mille), è facile capire che con i volumi cartacei l'impresa sarebbe stata quanto meno poco pratica.
In più, la disponibilità di migliaia di titoli a poco prezzo o addirittura gratis (perchè l'autore decide di pubblicare le sue opere sotto licenza Creative Commons o perchè le suddette opere sono disponibili attraverso canali più o meno illegali) e la velocità con cui è possibile ottenere un libro digitale hanno enormemente ampliato la mia biblioteca virtuale. Ora leggo una recensione convincente, cerco il libro, lo trovo, lo scarico e nel giro di cinque minuti è disponibile nel mio ereader. Credo di avere scoperto più scrittori in quest'anno e poco più di ebook**** che negli ultimi cinque o dieci anni di libri cartacei.
Un altro aspetto che non avevo considerato e che mi sta entusiasmando, è che si è rotto il rapporto quasi sacro con l'oggetto libro. Un ebook, oltre ad esssere leggero-pratico-veloce-copiabile è anche modificabile. Ovviamente non mi sognerei mai di riscrivere parti di un libro (anche se mi è capitato di correggere errori di traduzione), ma posso cambiare l'impaginazione o la copertina: in un certo senso posso scegliere il contenitore che più mi piace per il contenuto, che è in fondo la parte che conta davvero. Una citazione che la Rete attribuisce, senza fonti, a Douglas Adams dice: "Lovers of print are simply confusing the plate for the food".
Ho realizzato anche che la lettura di un ebook è molto più privata di quella di un libro cartaceo. A meno che qualcuno non si metta a sbirciare sopra la mia spalla e riconosca il testo, quello che sto leggendo è affar mio e solo mio. Devo ammettere che la cosa mi è tornata comoda quando ho letto Twilight (e tornerà ancora più comoda quando deciderò di farmi del male con Fifty Shades of Grey), ma un po' mi mancano gli sguardi invidiosi di quando leggevo i libri di Harry Potter appena usciti in inglese o quelli curiosi e un po' preoccupati suscitati da alcune mie letture del passato, come Stecchiti - Le vite curiose dei cadaveri o Pride and Prejudice and Zombies.
Due parole sul mio lettore. Confermo tutto quanto di positivo ho scritto l'anno scorso, e anche di più: specialmente con il firmware alternativo PRS+ è un ereader davvero ottimo; l'unico punto in cui devo rivedere il mio precedente giudizio è sull'assenza di connettività. Almeno il wi-fi sarebbe assai comodo.
Infine, un'osservazione generale: questo 2012 è stato probabilmente l'anno in cui l'ebook è passato anche qui in Italia da curiosità per smanettoni a oggetto di uso comune. Lo dimostrano il consistente aumento di persone dotate di libro elettronico che si incontrano su treni e metropolitane, e soprattutto la discesa vertiginosa dei prezzi: i 249 Euri pagati per il mio PRS-650 a giugno 2011 mi permetterebbero di comprare oggi 3.15 Kindle base, 1.93 Kindle Paperwhite o 1.57 Sony PRS-T2.

* C'è da dire che avendo corretto e risistemato diversi titoli che mi interessavano sono diventato piuttosto bravo a utilizzare Sigil.
** A meno di non utilizzare il formato pdf, che permette una riproduzione perfetta del testo ma ha una serie di altri vincoli e limitazioni che non sto ad analizzare qui.
*** Senza contare che ho scaricato, gratuitamente e senza il minimo senso di colpa, centinaia di libri che già  possiedo in versione cartacea.
**** Ernest Cline, Carl Sagan, Nick Harkaway, Christopher Hitchens, Suzanne Collins, Mira Grant, Paolo Bacigalupi, John Scalzi, lo stesso Shelby Foote ricordato prima, Henning Mankell, Jo Walton... senza contare quelli che ho scaricato e che sono ancora in lista d'attesa, come Cory Doctorow, Naomi Novik o Kelly Link.

Commenti

Post popolari in questo blog

Di tatuaggi, cattivo giornalismo e affidabilità delle fonti

Ieri ha aperto al MUDEC la mostra Tatuaggio, Storie dal Mediterraneo . Oggi stavo ascoltando distrattamente il TG regionale che ne parlava, e nel servizio il giornalista ha citato una statistica secondo cui l'Italia sarebbe il paese più tatuato del mondo, con il 48%* della popolazione adulta che ha almeno un tatuaggio. Il numero mi è sembrato assurdamente alto, anche considerando l'innegabile aumento della diffusione dei tatuaggi negli ultimi anni, quindi mi sono messo a cercare qualche fonte a conferma. Come mi aspettavo, il dato del 48% si trova nella cartella stampa della mostra , che il TG ha evidentemente citato nonostante non ci sia alcuna fonte per la cifra. A questo punto, la mia curiosità, invece di essere soddisfatta, è stata ulteriormente stimolata**, e ho iniziato a fare qualche ricerca più mirata su Gùgol. Innanzitutto ho scoperto che l'ultimo dato affidabile sulla percentuale di persone tatuate in Italia è del 12,8% , e viene da una ricerca dell' ISS con...

Riassunto 2024

Eccoci. Il 2024 è praticamente finito, ed è l'ora del consueto post di schegge e frammenti su qualche libro letto quest'anno e per cui non ho scritto nulla di più sostanzioso (ossia, purtroppo, praticamente tutti). Se vi interessa qui trovate il post dell'anno scorso , qui quello del 2022 e qui il primo, del 2021 . Prima di cominciare aggiungo solamente che, per fortuna, in un ribaltamento completo rispetto al suddetto 2021, quest'anno ho scritto poco perché è stato un BUON anno, per diversi motivi. Qui c'è la pagina di Goodreads con i dettagli: nel 2024 ho finito 42 libri (altri ne ho ancora in lettura), per un totale di 13.280 pagine, dato più o meno in linea con gli anni scorsi. Il primo libro finito nel 2024 (ma iniziato nel 2023), Starter Villain di John Scalzi, è stato una mezza delusione. Divertente, a tratti anche molto divertente, (e non gli chiedevo nulla di più), ma mi ha lasciato l'impressione di aver letto un'introduzione, più che un romanzo....

GoodreadsRece: Il Post - Ogni quattro anni (Cose spiegate bene Vol. 10)

Come ho scritto non ricordo più dove, leggo nonfiction principalmente per imparare cose, e in questo caso ne ho imparate poche, da cui il voto (relativamente) basso. Non perché il libro non sia ben fatto o interessante: lo è, come d'altra parte lo sono tutti quelli di questa collana che ho letto finora. Semplicemente, la gran parte degli articoli (capitoli? interventi?) parlano di cose, come il funzionamento del collegio elettorale, l'evoluzione della società in Texas, o l'incredibile vicenda dell'acqua di Flint, che ho già incontrato e approfondito, spesso proprio sulle pagine del Post o in uno dei libri/video/podcast/altri progetti assortiti di Francesco Costa*. Comunque consigliato, specialmente a chi è interessato agli US of A ma non è ossessionato, come lo sono io, dalla loro politica (spesso ho l'impressione di essere più informato su quella americana che su quella italiana, e non sono sicuro che sia una buona cosa), e dalle loro contraddizioni, e che ...

GoodreadsRece: Paolo Cognetti - Le otto montagne

Come faccio sempre quando inizio un libro, l'ho segnalato su Feisbù. Normalmente sono post che passano abbastanza inosservati: quando va bene raccolgo un paio di 👍 e uno o due commenti; stavolta una decina dei miei amici (che sui poco più di cento che ho sono una percentuale tutt'altro che trascurabile) si sono fatti vivi per dirmi quanto gli è piaciuto Le otto montagne (con una parziale ma significativa eccezione, ci torno). Avevano ragione. Erano diversi anni che un romanzo italiano non mi colpiva così tanto, e la cosa è ancora più notevole perché avevo una blanda, incomprensibile e ingiustificata antipatia preventiva per l'autore. Nonostante il titolo, il libro parla di montagna quanto, si parva licet , I promessi sposi parla di matrimonio: la montagna c'è, presenza concretissima, sfondo e motore di tutto ciò che accade al protagonista/narratore Pietro e a chi gli sta attorno (nonché, almeno per me, da sempre muntagnatt nell’animo anche se abito...