Passa ai contenuti principali

GoodreadsRece: Walter Tevis - The Queen's Gambit

I always try to read the book on which a movie or a series is based before watching it, and I'm happy I did so in this case: I still haven't seen the Netflix show, but if it's half as good as the novel, I'm not surprised by its success. The Queen's Gambit, despite its theme, is a book that begged for an on-screen adaptation; masterfully constructed, if at times a little predictable, with not a wasted word, essential and concise; part bildungsroman, part sport thriller and utterly entertaining. Beth is a wonderful protagonist, clever and naive, as brilliant behind a chessboard as she is flawed in the rest of her life, and it's all but impossible not to take her part, even when she majestically screws up.
Chess is, of course, a crucial feature of The Queen's Gambit and having at least a passing knowledge of the game (as I have: whenever the topic arises, I say I don't know how to play chess, I know how the pieces move, and that's two very different things) is recommended, but, I think, not required: even in its most chess-heavy moments, it's always clear what is happening and what is at stake. But then again, even with the recent popularity boost, I don't think that someone who don't even know what a rook or a pawn is would be very attracted to this book.
And now, off to Netflix!

//

Cerco sempre di leggere il libro su cui si basa un film o una serie prima di vederli, e sono felice di averlo fatto in questo caso: non ho ancora guardato la miniserie di Netflix, ma se è buona la metà di quanto lo è il romanzo, il suo successo non mi sorprende. La regina degli scacchi, nonostante il tema, è un libro che sembra nato per essere portato su schermo; costruito magistralmente, anche se a volte un tantino prevedibile, essenziale e conciso, senza una sola parola di troppo; in parte romanzo di formazione, in parte thriller sportivo e totalmente coinvolgente. Beth è una protagonista fantastica, intelligente e ingenua, tanto geniale dietro una scacchiera quanto imperfetta in tutti gli altri aspetti della sua vita, ed è pressoché impossibile non parteggiare per lei, anche quando si incasina catastroficamente l'esistenza.
Gli scacchi, ovviamente, sono una parte cruciale di La regina degli scacchi (duh) e una conoscenza almeno di base del gioco (come la mia: ogni volta che mi capita di parlarne, dico sempre che io non so giocare a scacchi, so come si muovono i pezzi, e sono due cose molto diverse) è raccomandata ma, secondo me, non indispensabile: anche durante le sequenze più scacchistiche è sempre chiaro che cosa sta succedendo e qual è la posta in gioco. Ma d'altra parte, anche considerando la recente popolarità del libro, faccio fatica a pensare che qualcuno che non sa nemmeno cosa siano una torre o un pedone sia particolarmente interessato a leggerlo.
E ora, Netflix!

Voto: 4 su 5
The Queen's Gambit su Goodreads

Commenti

Post popolari in questo blog

FilmRece: F1 (con una digressione su un nuovo cinema)

Premessa: sono un appassionato di Formula 1 almeno dalla fine degli anni '70, sono stato diverse volte all'Autodromo di Monza durante i fine settimana di gara (ci ho anche corso a piedi più di una volta), e sono un Tifoso Ferrari da che ho memoria: cliccando sull'etichetta F1 qui di fianco ci sono i post sul tema che ho scritto nel corso degli anni. Un paio di giorni fa, su inaspettato suggerimento di un amico, ho visto F1 : non nella mia solita, amata Sala Energia, ma in una delle sale più piccole del cinema del centro commerciale Merlata Bloom .  È stato il primo film visto in sala da ottobre 2024, purtroppo la crisi di frequentazione cinematografica a cui accennavo in questo post non si è ancora conclusa, e forse ne potev(am)o scegliere uno migliore per ricominciare. C'è da dire che, se non altro, F1 è un film che sicuramente beneficia della visione su grande schermo: le scene di gara sono spettacolari e adrenaliniche, ma purtroppo sono anche uno dei pochi aspetti p...

Le grandi domande - parte II

Qualche giorno fa, facendo la spesa, mi è capitato sottomano un pacchetto di Kinder Brioss alla ciliegia , una brioche che non vedevo e non mangiavo più o meno dal 1987. Una domanda mi è sorta spontanea: che diamine di fine hanno fatto le Fiesta gialle? Chi ha più o meno la mia età se lo ricorderà sicuramente: la Fiesta Ferrero , un tempo, non esisteva solo nella versione arancio che si trova ora, ma anche in una gialla, che si intravede nell'immagine qui a lato (che, mi duole sottolinearlo, è la copertina di un 45 giri , che riportava sul lato B l'imperdibile hit Snacckiamoci una Fiesta ). Mi sembra di ricordare - anche se non ci metterei la mano sul fuoco - che fosse al gusto di curaçao , ma sicuramente era buonissima , molto meglio della sorella. Aggiornamento del 22/5/2007 Dopo una discussione nostalgico-filologica con alcuni amici, siamo arrivati alla conclusione che sono addirittura due le Fiesta scomparse. Quella gialla che era al sapore Tuttifrutti (probabilmente un or...

Trailer: Deliver Me From Nowhere

Come accennavo in questo post , tra pochi mesi uscirà, almeno negli US of A, il film Deliver Me From Nowhere , tratto dal libro omonimo che ho letto l'anno scorso e che mi è piaciuto moltissimo. Le premesse per il film erano buone: Jeremy Allen "The Bear" White nel ruolo di Springsteen, la storia del suo disco più bello (per molti*) e più personale (e qui non è questione di opinioni) e la benedizione del Boss, che è stato diverse volte sul set durante le riprese. Oggi è uscito il trailer, che trovate qui sotto, e le premesse, da buone, sono diventate ottime. Non so nemmeno se verrà distribuito in Italia, ma questo non me lo perdo.   * Non sono tra quei molti, perlomeno non sempre (o non ancora). Sicuramente Nebraska è uno dei capolavori di Springsteen, ma gli preferisco Born To Run, anche se con il passare degli anni, la distanza tra i due dischi, già piccola, si sta riducendo.    

GoodreadsRece: Mark Levinson - The Box

I know, I know: it's been nearly four months since I blogged that I would write about this book, but, as I said in that post , it's a good but busy time, so I don't complain and I keep writing (much less than I would like) when I can. Anyway: I came to The Box  via the footnotes in La signora delle merci , by Cesare Alemanni, a very good 101 text (in Italian) on logistics: I was intrigued by the several references in that book to the intermodal container as "revolutionary", and as one of the main driver for globalization. As, I guess, almost anyone, I never really paid any attention to these metal boxes, even if I probably see at least a dozen of them any day, and to be honest, I didn't think there was a book worth of things to say about them. Of course I was wrong. In Levinson's book you will find ruthless businessmen and union fights, ports risen out of nothing and ports virtually closed after centuries of activity, TEUs and some of  the biggest ships e...