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FilmRece: Barbie

La prima parte dell'operazione Barbenheimer è stata conclusa con successo sabato, con la visione di Barbie in sala Energia*, insieme alla mia consorte e ad altre due coppie di amici.
Non ero sicuro di cosa aspettarmi, e in effetti è  un film tutt'altro che facile da recensire, o anche solo da definire. È uno spottone per la Barbie, nel senso della bambola? Senza alcun dubbio, anche perché Mattel ha investito una barca di soldi nel progetto e si aspetta, giustamente, un ritorno economico. È una parabola femminista? Anche qui, senza alcun dubbio, e non fa assolutamente nulla per nasconderlo (ci ritorno). Già solo essere riusciti a bilanciare (quasi sempre) questi due aspetti, e aver ottenuto un film, con una storia, uno svolgimento e una conclusione, è un mezzo miracolo; il fatto che sia anche un film intelligente ed estremamente divertente rasenta il miracolo intero.
 
Ebbene sì: Barbie mi è piaciuto. Parecchio. Margot Robbie è, ovviamente, strepitosa, ma anche Ryan Gosling e America Ferrera sono all'altezza; tutto l'aspetto visuale (scenografie, coreografie, costumi, fotografia) è fantastico, un mix perfetto tra tecniche vintage degne del Dracula di Coppola e CGI super-glamour; è un film scritto (quasi sempre) divinamente, arguto, citazionista e incredibilmente autoironico, con dialoghi fulminanti e sequenze memorabili (la battaglia dei Ken!).
Questo vuol dire che è un film senza difetti? Assolutamente no, e prendo il prologo (quasi integralmente mostrato nel teaser) come esempio sia di quello che funziona alla grande, sia di quello che invece funziona decisamente meno. La citazione di 2001: Odissea nello spazio è sfacciata, originale e perfettamente funzionale alla storia; la voce fuori campo che annuncia l'Avvento di Barbie è invece didascalica e pedante, e soffre del difetto di tanto cinema americano: la compulsione a spiegare TUTTO, anche quello che si vede sullo schermo, e magari a ripeterlo. E ripeterlo. E ripeterlo. Secondo me, nonostante in originale la voce fuori campo sia della divina Dame Helen Mirren, se il prologo avesse avuto il solo sottofondo musciale di Also sprach Zarathustra, il film ci avrebbe guadagnato.
E poi c'è IL MONOLOGO (non c'è pericolo che ve lo perdiate, quando arriva). Per molti versi il cuore tematico e narrativo del film, il suo momento più carico emotivamente e lo snodo principale della trama. È intenso, recitato benissimo, totalmente condivisibile nei contenuti, ma arriva comunque allo spettatore come una predica, come un'enorme freccia al neon rosa shocking che dice, appunto, "cuore tematico e narrativo del film".
Ora: capisco che noi uomini siamo tendenzialmente stupidi, e abbiamo, apparentemente, un'inspiegabile passione per i cavalli, ma credo che avremmo capito il messaggio di Barbie anche senza un'invettiva ai danni del patriarcato (semi-cit.) ogni quarto d'ora. Alcune delle scene più divertenti, e più efficaci, non a caso, sono quelle in cui l'invettiva è implicita, come quella di Ken in ospedale, o quella in cui viene riformata la Corte Suprema di Barbieland: show, don't tell.
 
Barbie non è stato pensato e realizzato per me, per noi uomini, o in generale per le persone che non sono madri, non sono donne, e non hanno mai posseduto una Barbie (o un Big Jim, o un GI Joe, o un Master of the Universe, ma questo è un altro discorso**), almeno non come pubblico d'elezione. E va benissimo così, non tutto il mondo gira intorno a me, e, come ho detto, mi è piaciuto comunque parecchio. Mi spiace solo che non potrò mai vederlo con gli occhi di una donna, o di una bambina per cui Barbie è sempre stata un modello, un sogno, un ideale.

(Nota finale: le proteste della destra US of A contro Barbie, accusato di essere woke, di promuovere odio per gli uomini, addirittura di diffondere propaganda cinese, mi sembrano ancora più assurde del solito; in più ritengo che chiunque senta che la propria mascolinità è minacciata da un film, in particolare da un film che parla di una bambola abbia dei seri problemi. Fine nota.)
 
 
* Per la seconda ci sarà qualche difficoltà organizzativa da superare, ma Oppenheimer va visto, sempre in sala Energia, in 70 mm.
** Vedere il punto 11 di questo vecchio post.
*** In questo momento, il 10,6% dei voti su IMDb è 1/10, il minimo. Cosa che puzza di campagna coordinata lontano un miglio. Che vita triste hanno certe persone.

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