Come (quasi) tutti gli italiani, ho dovuto leggere
I promessi sposi
a scuola; e si sa: non esiste modo migliore per far detestare un
libro dell'obbligare a leggerlo.
Il che è un gran peccato, perché
Manzoni ha scritto un'opera meravigliosa, per quello che racconta e per come
lo racconta. Ovviamente non posso aggiungere nulla di significativo ai
secoli di critica che hanno dissezionato ogni pagina, ogni toscanismo,
ogni parola del romanzo, quindi mi limito a una nota personale.
Come ho
accennato qualche anno fa qui sul blog, mi piace rileggere, e questa appena conclusa è la mia seconda rilettura dei Promessi sposi
dopo la scuola. La prima era servita a soffiare via la polvere e la
muffa dell'obbligo e a rivelare un libro appassionante, scritto in un
italiano inarrivabile; questa seconda mi ha fatto scoprire un Manzoni
inaspettatamente ironico, e mi ha fatto capire che il vero cattivo della
storia è Don Abbondio, personaggio spregevole.
E adesso, adelante con juicio, proverò a leggere la nuova traduzione in inglese di Michael Moore (non quello), uscita giusto l'anno scorso.
Voto: 5 su 5
I promessi sposi su Goodreads
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