Passa ai contenuti principali

The Lost Art of Rereading Books

Come i miei dodici lettori avranno capito, adoro leggere. Sono anche abbastanza fortunato da avere il tempo di farlo: sono un pendolare ferroviario, e di solito riesco a leggere almeno un'ora al giorno, il che si traduce in circa quaranta-quarantacinque libri all'anno. Quello che forse non è mai emerso nei miei precedenti post è che adoro anche ri-leggere. Di più: ho sempre pensato che un libro non è particolarmente valido se non lascia la voglia di rileggerlo. La seconda lettura (e la terza, la quinta, la dodicesima) di un libro che ho amato mi hanno sempre fatto scoprire nuove sfumature della storia, nuove motivazioni dei personaggi, nuove sottigliezze nel linguaggio, nuovi punti di vista, nuove impressioni. A parte il tempo necessario, trovo che rileggere un libro sia come riascoltare una canzone; e nessuno ascolta una sola volta una canzone che apprezza.
Conseguenza inaspettata del passaggio all'ebook è stata che dal 2011, quando ho comprato il mio fido PRS-650, ho riletto un solo libro: The Hobbit, subito dopo aver visto il primo film della trilogia di Peter Jackson*. La ragione è semplice: come ho già accennato parlando della mia esperienza con l'e-book, è diventato enormemente più facile e più economico scoprire nuovi libri e nuovi autori. Di conseguenza, l'equivalente virtuale della pila di libri da leggere sul mio comodino è diventata enormemente più alta. Limitandomi alla fiction, e considerando solo i titoli usciti negli ultimi mesi, sono in attesa di cominciare Seveneves di Neal Stephenson, il terzo volume dell'Apocalypse Triptych The End Has Come, e The Water Knife di Paolo Bacigalupi (per non parlare dell'imminente Finders Keepers di Stephen King). Ho in arrettrato la Century Trilogy di Ken Follett e il seguito della saga Newsflesh di Mira Grant; American Sniper, In the Heart of the Sea e almeno un'altra ventina di saggi.
Allo stesso tempo, vorrei rileggere The Lord of the Rings, It e The Stand, il meraviglioso A Man on the Moon di Andrew Chaikin e Ready Player One**; vorrei ritornare in Discworld e nell'universo folle di The Hitchhiker Guide to the Galaxy, e reimmergermi in decine di altri mondi.
Mi rendo conto che questo è un First World Problem da manuale, ma non ho mai preteso di non far parte della parte più priviliegiata del mondo e non ho idea di come risolvere il dilemma.

* Ho anche riletto The Shining e Rose Madder, ma era la prima volta che li affrontavo in inglese, e la Tenth Anniversary Edition di American Gods, sostanzialmente più lunga della versione originale. Credo di poterle considerare come delle prime letture.
** Anche per prepararmi al film, che per la mia grande gioia, dirigerà Steven Spielberg.

Commenti

Post popolari in questo blog

Trailer: Deliver Me From Nowhere

Come accennavo in questo post , tra pochi mesi uscirà, almeno negli US of A, il film Deliver Me From Nowhere , tratto dal libro omonimo che ho letto l'anno scorso e che mi è piaciuto moltissimo. Le premesse per il film erano buone: Jeremy Allen "The Bear" White nel ruolo di Springsteen, la storia del suo disco più bello (per molti*) e più personale (e qui non è questione di opinioni) e la benedizione del Boss, che è stato diverse volte sul set durante le riprese. Oggi è uscito il trailer, e le premesse, da buone, sono diventate ottime.     Non so nemmeno se verrà distribuito in Italia, ma questo non me lo perdo.   * Non sono tra quei molti, perlomeno non sempre (o non ancora). Sicuramente Nebraska è uno dei capolavori di Springsteen, ma gli preferisco Born To Run, anche se con il passare degli anni, la distanza tra i due dischi, già piccola, si sta riducendo.

GoodreadsRece: Valérie Perrin - Cambiare l'acqua ai fiori

[Nota: non è il post con cui avrei voluto iniziare il 2021 del blog, ma tutti gli altri possibili sono in vari stadi di avanzamento, ma comunque ben lontani dall'essere finiti. Prima o poi arriveranno anche loro, probabilmente.] Ero combattuto. Da una parte, ovunque si parlava tanto, fin troppo, di questo come del romanzo assolutamente da leggere (e poche cose mi fanno passare la voglia di prendere in mano un libro quanto queste entusiastiche e onnipresenti raccomandazioni); in più un'intervista all'autrice letta su un giornale non me l'aveva resa particolarmente simpatica. Dall'altra, avevo letto che la protagonista di Cambiare l'acqua ai fiori è la guardiana di un cimitero, e questo aveva solleticato la mia mai completamente sopita curiosità per per la morte e il macabro, probabilissimo e graditissimo lascito della mia adolescenza passata tra Dylan Dog e Stephen King. Alla fine, il conflitto è stato risolto, come mi succede spesso, dal consigli...

Del perchè leggo (soprattutto) in inglese

Ho visto di recente un paio di video su YouTube in cui una BookTuber (credo si dica così) spiegava ai suoi seguaci perché legge libri in inglese. Come al solito li stavo tenendo di sottofondo mentre facevo altro, quindi non garantisco di avere colto tutti i dettagli, ma mi sembra che le tre ragioni principali fossero: il prezzo solitamente più basso delle versioni inglesi; il ritardo nella pubblicazione delle traduzioni italiane; le copertine più brutte e in generale la qualità inferiore delle edizioni nostrane, spesso meno curate degli originali. A parte le copertine, che rientrano negli insindacabili gusti personali*, mi sembrano ragioni estremamente valide, in particolare la prima; ma per me, non sono quelle principali. Quindi, perché leggo in inglese? In ordine sparso: Perché posso . Mi rendo conto che può sembrare una spacconata, ma è forse la ragione più importante. La lettura per me è sempre stata, ed è tuttora, un piacere; se leggere in inglese fosse uno stress, molt...

Riassunto 2024

Eccoci. Il 2024 è praticamente finito, ed è l'ora del consueto post di schegge e frammenti su qualche libro letto quest'anno e per cui non ho scritto nulla di più sostanzioso (ossia, purtroppo, praticamente tutti). Se vi interessa qui trovate il post dell'anno scorso , qui quello del 2022 e qui il primo, del 2021 . Prima di cominciare aggiungo solamente che, per fortuna, in un ribaltamento completo rispetto al suddetto 2021, quest'anno ho scritto poco perché è stato un BUON anno, per diversi motivi. Qui c'è la pagina di Goodreads con i dettagli: nel 2024 ho finito 42 libri (altri ne ho ancora in lettura), per un totale di 13.280 pagine, dato più o meno in linea con gli anni scorsi. Il primo libro finito nel 2024 (ma iniziato nel 2023), Starter Villain di John Scalzi, è stato una mezza delusione. Divertente, a tratti anche molto divertente, (e non gli chiedevo nulla di più), ma mi ha lasciato l'impressione di aver letto un'introduzione, più che un romanzo....