Passa ai contenuti principali

Anche Gùgol fa le sue cappelle

Sono un utente accanito di molti servizi di Google, e di solito ne sono molto soddisfatto, ma gli aggiornamenti che Big G sta rilasciando in questi giorni mi hanno lasciato parecchio perplesso. Si tratta di un completo redesign di YouTube e della scomparsa della Google Bar, ossia di quella barra nera in cima alle pagine che raccoglie(va) i link ai vari servizi, sostituita dal menu a tendina lì a destra.
Per quanto riguarda YouTube, il nuovo layout è molto più gradevole di quello precedente (non che ci volesse molto), ma ha un difetto catastrofico: non permette di rimuovere i video dei canali sottoscritti dalla home page.
Ora: anche se io sono iscritto al canale Rai, non vuol dire che mi interessano TUTTI i video che carica; delle anticipazioni di Un posto al sole o di Don Matteo, francamente, faccio volentieri a meno. Prima, con un semplice clic su una bella X in alto a destra (come per qualunque finestra di Windows) si chiudeva il video e questo non compariva più; ora non c'è modo di rimuoverlo, con il risultato che la home page, dopo nemmeno 24 ore dal lancio della nuova interfaccia, è già affollatissima di video che non mi interessano minimamente.
Senz'altro Google risolverà a breve la cosa (ho letto già parecchie lamentele in giro per la rete), ma è incredibile che una leggerezza del genere sia arrivata ad una release al grande pubblico.

La Google Bar. Anche qui devo dire che la nuova grafica unificata dei servizi Google è molto gradevole e pulita, ma il menu è sicuramente meno pratico della barra precedente.
Prima, per cambiare servizio bisognava:

1) andare sul collegamento necessario
2) cliccare il suddetto;

ora bisogna:

1) andare sul logo Google e aspettare che si apra il menu
2) andare sul collegamento necessario
3) cliccare il suddetto.

Siamo sicuri che un aspetto marginalmente più pulito delle pagine  -  e già prima di questo restyling Google era un esempio di essenzialità - valga una perdita netta di usabilità del 50%? E poi, perchè quei tre spazi vuoti nel menu esteso e non c'è un link a Google Gruppi (ma in compenso ci sono link a servizi che in Italia non sono disponibili come Music e Wallet)?
Mah. Gli ienchi hanno un motto: if it ain't broke, don't fix it. Forse stavolta Gùgol avrebbe fatto meglio a dar retta alla saggezza popolare.

Commenti

Post popolari in questo blog

Di tatuaggi, cattivo giornalismo e affidabilità delle fonti

Ieri ha aperto al MUDEC la mostra Tatuaggio, Storie dal Mediterraneo . Oggi stavo ascoltando distrattamente il TG regionale che ne parlava, e nel servizio il giornalista ha citato una statistica secondo cui l'Italia sarebbe il paese più tatuato del mondo, con il 48%* della popolazione adulta che ha almeno un tatuaggio. Il numero mi è sembrato assurdamente alto, anche considerando l'innegabile aumento della diffusione dei tatuaggi negli ultimi anni, quindi mi sono messo a cercare qualche fonte a conferma. Come mi aspettavo, il dato del 48% si trova nella cartella stampa della mostra , che il TG ha evidentemente citato nonostante non ci sia alcuna fonte per la cifra. A questo punto, la mia curiosità, invece di essere soddisfatta, è stata ulteriormente stimolata**, e ho iniziato a fare qualche ricerca più mirata su Gùgol. Innanzitutto ho scoperto che l'ultimo dato affidabile sulla percentuale di persone tatuate in Italia è del 12,8% , e viene da una ricerca dell' ISS con...

Riassunto 2024

Eccoci. Il 2024 è praticamente finito, ed è l'ora del consueto post di schegge e frammenti su qualche libro letto quest'anno e per cui non ho scritto nulla di più sostanzioso (ossia, purtroppo, praticamente tutti). Se vi interessa qui trovate il post dell'anno scorso , qui quello del 2022 e qui il primo, del 2021 . Prima di cominciare aggiungo solamente che, per fortuna, in un ribaltamento completo rispetto al suddetto 2021, quest'anno ho scritto poco perché è stato un BUON anno, per diversi motivi. Qui c'è la pagina di Goodreads con i dettagli: nel 2024 ho finito 42 libri (altri ne ho ancora in lettura), per un totale di 13.280 pagine, dato più o meno in linea con gli anni scorsi. Il primo libro finito nel 2024 (ma iniziato nel 2023), Starter Villain di John Scalzi, è stato una mezza delusione. Divertente, a tratti anche molto divertente, (e non gli chiedevo nulla di più), ma mi ha lasciato l'impressione di aver letto un'introduzione, più che un romanzo....

GoodreadsRece: Il Post - Ogni quattro anni (Cose spiegate bene Vol. 10)

Come ho scritto non ricordo più dove, leggo nonfiction principalmente per imparare cose, e in questo caso ne ho imparate poche, da cui il voto (relativamente) basso. Non perché il libro non sia ben fatto o interessante: lo è, come d'altra parte lo sono tutti quelli di questa collana che ho letto finora. Semplicemente, la gran parte degli articoli (capitoli? interventi?) parlano di cose, come il funzionamento del collegio elettorale, l'evoluzione della società in Texas, o l'incredibile vicenda dell'acqua di Flint, che ho già incontrato e approfondito, spesso proprio sulle pagine del Post o in uno dei libri/video/podcast/altri progetti assortiti di Francesco Costa*. Comunque consigliato, specialmente a chi è interessato agli US of A ma non è ossessionato, come lo sono io, dalla loro politica (spesso ho l'impressione di essere più informato su quella americana che su quella italiana, e non sono sicuro che sia una buona cosa), e dalle loro contraddizioni, e che ...

GoodreadsRece: Paolo Cognetti - Le otto montagne

Come faccio sempre quando inizio un libro, l'ho segnalato su Feisbù. Normalmente sono post che passano abbastanza inosservati: quando va bene raccolgo un paio di 👍 e uno o due commenti; stavolta una decina dei miei amici (che sui poco più di cento che ho sono una percentuale tutt'altro che trascurabile) si sono fatti vivi per dirmi quanto gli è piaciuto Le otto montagne (con una parziale ma significativa eccezione, ci torno). Avevano ragione. Erano diversi anni che un romanzo italiano non mi colpiva così tanto, e la cosa è ancora più notevole perché avevo una blanda, incomprensibile e ingiustificata antipatia preventiva per l'autore. Nonostante il titolo, il libro parla di montagna quanto, si parva licet , I promessi sposi parla di matrimonio: la montagna c'è, presenza concretissima, sfondo e motore di tutto ciò che accade al protagonista/narratore Pietro e a chi gli sta attorno (nonché, almeno per me, da sempre muntagnatt nell’animo anche se abito...