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FilmRece: Joker

Si sta parlando molto del Joker di Todd Philips; purtroppo, come ultimamente pare succedere sempre più spesso, (ogni riferimento a Captain Marvel è puramente voluto), più per le polemiche suscitate dal film, o almeno da certe sue interpretazioni, che del film in sè. Ed è un vero peccato, perché è straordinario.

Straordinario soprattutto per l'incredibile Joaquin Phoenix, destinato, se c'è un minimo di giustizia nel mondo, a un trionfale Oscar. Solitamente mi trattengo dal dare un giudizio definitivo sull'interpretazione di un attore fino a quando non riesco a vederne la versione in lingua originale, ma Phoenix meriterebbe la statuetta anche se non dicesse una sola parola in tutto il film, tanto è fantastico il lavoro fatto sulla fisicità del suo Joker, sul suo modo di correre, di ballare, di sorridere, anche solo di stare seduto. E poi c'è quella risata, disturbante al punto da risultare quasi insostenibile, fin dalla prima scena in cui compare, e mai così importante nel definire l'identità della persona dietro il trucco da clown. Solo all'inizio dell'incontro con Murray Franklin* la sua performance mi è sembrata meno che eccezionale, ma in questo caso sospendo il giudizio perché ho l'impressione che si tratti di una scelta infelice in un doppiaggio altrimenti di ottimo livello.
Phoenix è il protagonista assoluto e incontrastato, la spina dorsale e l'anima di Joker; ma il film offre molto altro, a partire da una colonna sonora di un'intensità rara e da una scenografia fantastica (la scalinata!); in più la nascita del Joker viene affrontata da un punto di vista inedito, anche se profondamente radicato nella tradizione ormai consolidata da quasi settant'anni di storie (a fumetti e non solo), e riesce a risultare interessante nonostante sia stata raccontata ormai decine di volte.

A questo punto i miei dodici lettori potrebbero iniziare a chiedersi: ma se tutto è così bello, quali polemiche? Che avrà di così controverso questo film? In fondo si tratta della origin story di un cattivo dei fumetti, no?

No.
O meglio, anche.
Perché il percorso che porta l'aspirante comedian Arthur Fleck a diventare l'assassino sociopatico più famoso della storia dei fumetti tocca temi estremamente complessi, e li tocca in maniera estremamente coraggiosa, per non dire, appunto, controversa. La malattia mentale e l'emarginazione così frequente tra chi ne soffre; la frustrazione che nasce dal non essere all'altezza delle aspettative altrui, e peggio ancora, delle proprie; il bullismo, e il continuo subire in silenzio da parte delle vittime, finché la loro rabbia improvvisamente esplode; la facilità di innalzare a idolo chiunque incarni i nostri peggiori istinti. Tutto contribuisce a una narrazione durissima e senza sconti, costantemente sul filo dell'apologia, o quantomeno della giustificazione della violenza, almeno quando questa è la violenza del debole che si ribella al forte.
Questo rende Joker pericoloso, come l'ho sentito definire da più parti? In tutta sincerità, non credo, come non ho mai creduto che lo fossero Doom, Dylan Dog, l'heavy metal o i romanzi di Stephen King, che nel corso degli anni sono stati accusati della stessa cosa. Certo, il Joker è affascinante, ma lo è anche Hannibal Lecter, e così come Il silenzio degli innocenti non ha provocato un'epidemia di cannibalismo, non credo che  questo film ne provocherà una di clown assassini. In fondo credo che l'influenza che un film, per quanto bello, per quanto potente, possa avere sulla società sia estremamente limitata: senz'altro per questo Halloween i costumi da Joker saranno molto più numerosi del solito; si diffonderanno, e forse entreranno nella cultura pop alcuni manierismi e alcune battute di Joaquin Phoenix (come è successo per il "Why so serious?" di Heath Ledger). Una rivoluzione? Molto meno probabile. 

Joker su IMDb: 9,0
Joker su Rotten Tomatoes: 68%
 
* Il personaggio interpretato da Robert De Niro. Non è uno spoiler, visto che la scena viene mostrata, o almeno suggerita, nei trailer.

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