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Riassunto 2023

Un'altra tradizione che comincia? Può essere. Intanto, terzo post con le mie mini-recensioni di fine anno per qualche libro che ho letto in questo 2023 in esaurimento, e per cui non ho trovato l'occasione, la voglia o l'ispirazione per scrivere qualcosa a suo tempo. Qui, nella pagina di riassunto di Goodreads trovate tutti i dati: in breve, quest'anno ho letto 43 libri (sui 42 che avevo previsto per la challenge) per un totale di 13.087 pagine.

Ho letto, o meglio, ho finito, visto che l'avevo iniziato nel 2022, Hidden Pictures. Consigliato in un tweet da Stephen King, l'ho trovato un thriller con qualche sfumatura horror ben scritto e meglio strutturato, con un colpo di scena risolutivo, per una volta, davvero imprevisto.

Ho letto, primo libro iniziato nel 2023, Ninfee nere, su consiglio di uno dei miei migliori amici e del mio figlioccio (non potevo esimermi, con due siffatte raccomandazioni): un giallo sui generis ambientato nella Giverny di Monet, di cui ho intuito la notevole soluzione più o meno a due terzi del libro. Mi è piaciuto moltissimo, per l'atmosfera insolita, per gli agganci con la storia dell'arte e per i personaggi, molto ben tratteggiati.

Ho letto Breathless, che racconta la reazione della comunità medico-scientifica alla comparsa sulla faccia della Terra di SARS-CoV 2, i suoi dubbi, le sue ipotesi, e l'incredibile convergenza di talenti, ricerche precedenti e intuizioni che hanno portato alla creazione rapidissima di un vaccino. Come già con il suo precedente Spillover, Quammen è riuscito a scrivere un saggio scientifico appassionante come un thriller.

Ho letto Cromorama, bellissimo saggio che parla (d'oh) di colori da diversi punti di vista: storico, scientifico, percettivo, artistico, commerciale. Ci sono pochi libri di cui posso dire che hanno completamente rivoluzionato la mia comprensione di un argomento: questo è uno di quei pochi. Da leggere rigorosamente su carta, perché oltre a essere un libro interessantissimo, è anche un oggetto libro stupendo.

Ho letto La matematica è politica e La tecnologia è religione, e anche se ovviamente l'autrice è estremamente preparata, ed entrambi sono scritti in una prosa nitida e precisa, perfetta per l'argomento, li ho trovati pretenziosi e confusi, e, in ultima analisi, non ne ho capito il punto. Peccato, perché le premesse, specialmente per il primo, mi sembravano ottime. 

Ho letto tanto, ma veramente tanto Stephen King, mettendomi, per la prima volta, in pari con la sua produzione (facendo riferimento a questo link ho letto tutti i romanzi, tutte le raccolte di racconti, tutta la saggistica a parte Secret Windows, e parecchie cose anche nelle categorie Screenplays e Others). Per esempio ho ri-letto The Talisman (ultima lettura nel 2007: non ricordavo nulla), e ho letto per la prima volta il suo sequel Black House: diversissimi, ma entrambi ottimi libri, nonostante il secondo sia veramente lento per le prime ottanta-cento pagine. Ho letto Holly, fresco di stampa, e l'ho trovato uno dei libri più spaventosi scritti da King negli ultimi anni, nonostante non ci sia traccia di sovrannaturale, o forse proprio per questo motivo. (Aperta parentesi: mi sono divertito tantissimo a leggere le critiche dei novax e dei MAGA che si sono sentiti traditi o variamente offesi dal fatto che, in un libro ambientato nel 2021 si parli di Covid o di Trump. E poi danno agli altri degli snowflakes. Chiusa parentesi.)

Ho letto The Ancient Hours: un gioiellino, di un autore che non avevo mai nemmeno sentito nominare, e che ho trovato - tra l'altro - una riflessione potentissima sul rapporto di amore-odio che lega le persone al paese in cui diventano adulte, specialmente se si tratta, come per me, di un piccolo paese in cui tutti si conoscono, e in cui tutti, più o meno, sanno tutto di tutti.

Ho letto, infine, Van Gogh: The Life, monumentale biografia di un pittore che tutti pensano di conoscere, ma che, credo, pochi conoscono davvero. Ci ho messo quasi un anno e mezzo per finirlo, ma non perché sia un libro noioso o poco interessante: è semplicemente tanto, a volte troppo. La vita di Vincent, vista attraverso il prisma della sua relazione con il fratello Theo (senza alcun dubbio la più importante e la più conflittuale), è complessa, spesso triste, quasi sempre solitaria; e la sua opera, forse più che per qualunque altro artista, ne è uno specchio, forse distorto, ma sempre fedele. Un libro stupendo.

Direi che basta così. Ai miei dodici lettori auguro un 2024 pieno di ottimi libri, ottimi incontri, ottimo cibo. Decidete voi l'ordine di priorità.

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