I had planned to read much more about spaceflight in this Apollo 11-50th
anniversary-year, but in the end, aside from Samantha Cristoforetti's
autobiography, this is the only nonfiction book on the topic I crammed
in this 2019 (I fixed the situation, in part, with Mary Robinette
Kowal's fascinating alternate history). Lucky me, it turned out to be an
extremely interesting book, which completes an ideal trilogy including this
American Moonshot, Andrew Chaikin's
A Man on the Moon, and
Apollo: The Race To The Moon, by Charles Murray & Catherine Bly Cox. Chaikin's book tells
about the Moon race analyzing the humanity of those extraordinary human
beings that were (and are) the 60's astronauts, while Murray & Cox
focus on the more technical and engineering details of the lunar
missions. In this book Douglas Brinkley chooses a less common but no
less fundamental point of view: the historical and political one,
meaning the history of what convinced the USA to spend, in little more
than a decade, the equivalent of more than one hundred and fifty billion dollars of 2018. And that means, inevitably, the history of JFK, of his choice "to go to the Moon"
and of his probably inimitable blend of cynicism, opportunism, idealism
and charisma. The author is clearly a Kennedy admirer, and at times
he's dangerously close to the border between history and apology, but
still,
American Moonshot
is an honest book: passionate and enthusiastic, but painstakingly
researched and never slanted. Recommended, both to space and political
history buffs.
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Avevo intenzione di leggere molto di più sull'esplorazione dello spazio in questo anno del cinquantennale di Apollo 11, ma questo, insieme all'autobiografia di Samantha Cristoforetti, è stato l'unico saggio sul tema affrontato nel 2019 (in parte ho rimediato con l'ottima storia alternativa di Mary Robinette Kowal). Per fortuna si è rivelato un libro estremamente interessante, che completa un'ideale trilogia composta, oltre che da questo American Moonshot, da A Man on the Moon, di Andrew Chaikin, che racconta la corsa dell'uomo verso la Luna analizzando l'umanità di quegli straordinari esseri umani che sono (stati) gli astronauti degli anni '60; e da Apollo: The Race To The Moon, di Charles Murray e Catherine Bly Cox, che si concentra sull'aspetto più tecnico e ingegneristico delle missioni lunari. In questo libro Douglas Brinkely sceglie un punto di vista meno frequente ma non meno fondamentale: quello della storia politica, ossia della storia delle decisioni che hanno portato gli Stati Uniti a spendere, nell'arco di poco più di dieci anni, l'equivalente di più di centocinquanta miliardi di dollari del 2018. E quindi, inevitabilmente, della storia di JFK, della sua scelta "to go to the Moon", del suo mix probabilmente irripetibile di cinismo, opportunismo, idealismo e carisma. L'autore è chiaramente un ammiratore di Kennedy, e a tratti si avvicina molto al confine tra storia e apologia, ma American Moonshot rimane un libro onesto: appassionato ed entusiasta, ma meticolosamente documentato e mai fazioso. Consigliato, sia agli appassionati di astronautica che a quelli di storia politica.
Voto: 4 su 5
American Moonshot su Goodreads
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Avevo intenzione di leggere molto di più sull'esplorazione dello spazio in questo anno del cinquantennale di Apollo 11, ma questo, insieme all'autobiografia di Samantha Cristoforetti, è stato l'unico saggio sul tema affrontato nel 2019 (in parte ho rimediato con l'ottima storia alternativa di Mary Robinette Kowal). Per fortuna si è rivelato un libro estremamente interessante, che completa un'ideale trilogia composta, oltre che da questo American Moonshot, da A Man on the Moon, di Andrew Chaikin, che racconta la corsa dell'uomo verso la Luna analizzando l'umanità di quegli straordinari esseri umani che sono (stati) gli astronauti degli anni '60; e da Apollo: The Race To The Moon, di Charles Murray e Catherine Bly Cox, che si concentra sull'aspetto più tecnico e ingegneristico delle missioni lunari. In questo libro Douglas Brinkely sceglie un punto di vista meno frequente ma non meno fondamentale: quello della storia politica, ossia della storia delle decisioni che hanno portato gli Stati Uniti a spendere, nell'arco di poco più di dieci anni, l'equivalente di più di centocinquanta miliardi di dollari del 2018. E quindi, inevitabilmente, della storia di JFK, della sua scelta "to go to the Moon", del suo mix probabilmente irripetibile di cinismo, opportunismo, idealismo e carisma. L'autore è chiaramente un ammiratore di Kennedy, e a tratti si avvicina molto al confine tra storia e apologia, ma American Moonshot rimane un libro onesto: appassionato ed entusiasta, ma meticolosamente documentato e mai fazioso. Consigliato, sia agli appassionati di astronautica che a quelli di storia politica.
Voto: 4 su 5
American Moonshot su Goodreads
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