Passa ai contenuti principali

GoodreadsRece: Lindsay Fitzharris - The Butchering Art

Since a nasty shoulder fracture in 2009, I became quite interested in medicine history, and I had this book in my to-read list for a few months. A friend of mine recommended it, so off the list and into my hands it went, and I'm glad it did (thanks Jo!). It's a biography of Joseph Lister, a British medic who in the mid-XIX century championed the then far-fetched idea that antisepsis in surgical procedures was desirable, thus paving the way, together with the introduction of anesthesia a few decades before, to modern surgery. Before Lister's campaign, the very concept of sterilization was unknown, and it was common practice to operate on a patient with knives and saws still soiled with the blood of the previous one, not to mention the surgical apron, which, never washed as tradition required, sported the bloodstains of decades of amputations and incisions.
Dr. Fitzharris clearly has a passion for her subject, and it shows in the way she writes about the most horrific medical procedures imaginable (I still shudder remembering the removal of kidney stones) with glee and the subtlest hint of black humor: the result is one of the most appealing books I read in a long time. And as always when I read about medicine history, when I finished it, I thanked the gods for being born in the late XX century.
//
Da quando mi sono rotto malamente una spalla nel 2009, mi sono parecchio appassionato di storia della medicina, e avevo questo libro sul comodino* già da qualche mese. Un'amica me l'ha raccomandato, quindi dal comodino è passato nelle mie mani, e sono molto contento del trasferimento (grazie Jo!). È una biografia di Joseph Lister, un medico britannico che nella seconda metà del XIX secolo ha sostenuto l'allora inverosimile idea che le procedure antisettiche fossero opportune, aprendo la via, insieme all'introduzione dell'anestesia un paio di decenni prima, alla chirurgia moderna. Prima della campagna di Lister, il concetto stesso di sterilizzazione era sconosciuto, ed era pratica comune operare un paziente con bisturi e sega ancora sporchi del sangue di quello precedente, per non parlare del grembiule chirurgico, che per tradizione non veniva mai lavato e portava le macchie e gli schizzi di decenni di amputazioni e incisioni.
La dott.ssa Fitzharris è chiaramente appassionata della sua materia, lo si vede nel modo in cui riesce a parlare delle più terrificanti procedure che si possano immaginare (mi vengono ancora i brividi se penso alla rimozione dei calcoli) con euforica soddisfazione e un tocco quasi impercettibile di humor nero: il risultato è uno dei libri più accattivanti che abbia letto da parecchio tempo. E come sempre quando leggo di storia della medicina, quando l'ho finito ho ringraziato gli dei per essere nato alla fine del XX secolo.

* virtuale, visto che l'ho letto su Kindle 


Voto: 4 su 5
The Butchering Art su Goodreads

Commenti

Post popolari in questo blog

Le grandi domande - parte II

Qualche giorno fa, facendo la spesa, mi è capitato sottomano un pacchetto di Kinder Brioss alla ciliegia , una brioche che non vedevo e non mangiavo più o meno dal 1987. Una domanda mi è sorta spontanea: che diamine di fine hanno fatto le Fiesta gialle? Chi ha più o meno la mia età se lo ricorderà sicuramente: la Fiesta Ferrero , un tempo, non esisteva solo nella versione arancio che si trova ora, ma anche in una gialla, che si intravede nell'immagine qui a lato (che, mi duole sottolinearlo, è la copertina di un 45 giri , che riportava sul lato B l'imperdibile hit Snacckiamoci una Fiesta ). Mi sembra di ricordare - anche se non ci metterei la mano sul fuoco - che fosse al gusto di curaçao , ma sicuramente era buonissima , molto meglio della sorella. Aggiornamento del 22/5/2007 Dopo una discussione nostalgico-filologica con alcuni amici, siamo arrivati alla conclusione che sono addirittura due le Fiesta scomparse. Quella gialla che era al sapore Tuttifrutti (probabilmente un or...

Un 2025 inaspettatamente springsteeniano

Se vi sembra di avere già letto il titolo di questo post, avete ragione , ma questo 2025 è (stato) davvero un anno incredibile per noi fan di Springsteen. E le cose che l'hanno reso incredibile sono state, appunto, quasi tutte inaspettate. L' Annus mirabilis è cominciato a maggio, con le date europee del Land of Hope and Dreams Tour *, gli attacchi a Trump , la sua reazione da bullo insicuro , e la pubblicazione di un EP e un video con le canzoni e le introduzioni più politiche e più polemiche di quei concerti ( you don't mess with the Boss ). A giugno ecco la prima sorpresa:  Tracks II: The Lost Albums . Si parlava già da parecchio di un secondo  Tracks , ma ci si aspettava che fosse, come il primo del 1998, una raccolta di canzoni sparse; Springsteen invece ha tirato fuori un cofanetto  di sette album inediti , registrati tra il 1983 e il 2018, già finiti e mixati, pronti per essere pubblicati, ma messi da parte perché non sembrava il momento giusto per farli u...

FilmRece: F1 (con una digressione su un nuovo cinema)

Premessa: sono un appassionato di Formula 1 almeno dalla fine degli anni '70, sono stato diverse volte all'Autodromo di Monza durante i fine settimana di gara (ci ho anche corso a piedi più di una volta), e sono un Tifoso Ferrari da che ho memoria: cliccando sull'etichetta F1 qui di fianco ci sono i post sul tema che ho scritto nel corso degli anni. Un paio di giorni fa, su inaspettato suggerimento di un amico, ho visto F1 : non nella mia solita, amata Sala Energia, ma in una delle sale più piccole del cinema del centro commerciale Merlata Bloom .  È stato il primo film visto in sala da ottobre 2024, purtroppo la crisi di frequentazione cinematografica a cui accennavo in questo post non si è ancora conclusa, e forse ne potev(am)o scegliere uno migliore per ricominciare. C'è da dire che, se non altro, F1 è un film che sicuramente beneficia della visione su grande schermo: le scene di gara sono spettacolari e adrenaliniche, ma purtroppo sono anche uno dei pochi aspetti p...

GoodreadsRece: Mark Levinson - The Box

I know, I know: it's been nearly four months since I blogged that I would write about this book, but, as I said in that post , it's a good but busy time, so I don't complain and I keep writing (much less than I would like) when I can. Anyway: I came to The Box  via the footnotes in La signora delle merci , by Cesare Alemanni, a very good 101 text (in Italian) on logistics: I was intrigued by the several references in that book to the intermodal container as "revolutionary", and as one of the main driver for globalization. As, I guess, almost anyone, I never really paid any attention to these metal boxes, even if I probably see at least a dozen of them any day, and to be honest, I didn't think there was a book worth of things to say about them. Of course I was wrong. In Levinson's book you will find ruthless businessmen and union fights, ports risen out of nothing and ports virtually closed after centuries of activity, TEUs and some of  the biggest ships e...